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Melatonina: utilità nella crisi vertiginosa acuta

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Melatonina: utilità nella crisi vertiginosa acuta. La fase acuta della vertigine presente nella maggior parte delle patologie vestibolari anche di diversa patogenesi, coinvolge a): multipli neurotrasmettitori con differenti effetti eccitatori (glutamato, dopamina, e serotonina), modulatori  (histamina e enkephaline), o inibitori  (GABA e glycina); (2) citochine infiammatorie  (TNF e IL3); (3) specie ossigeno reattive (ROS); e altri fattori. 

Il Trattamento farmacologico della crisi, pur nella variabilità delle diverse patogenesi, è solitamente sintomatico ed utilizza antistaminici, anticolinergici, o antidopaminergici.

Un gruppo di ricercatori spagnoli ha valutato l’effetto della Melatonina quale coadiuvante nella terapia della vertigine acuta.

Il sistema vestibolare ha infatti molti recettori della melatonina distribuiti nell’orecchio interno ma anche lungo le vie vestibolari centrali e periferiche.

La melatonina ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie contro fattori correlati con la vertigine come Bax/caspasi, interleukine, and chemokine.

Inoltre esercita funzioni GABAergiche, antidopaminergiche ed anti-cefalea e regola l’attività simpatica in modo analogo ai farmaci classicamente utilizzati nelle crisi vestibolari acute.

Sulla base di questi, dati sembra ovvio che la melatonina possa essere efficace nel trattamento della fase acuta della vertigine sebbene siano necessari studi e trial clinici sull’uomo che confermino i dati registrati sugli animali da laboratorio.

Oltre ad una azione adiuvante diretta sulla sintomatologia vertiginosa, la melatonina aiuterebbe a ridurre i dosaggi elevati degli altri farmaci, diminuendone la tossicità.

Questa applicazione si può esplicare particolarmente in gruppi a rischio, come la popolazione in età avanzata.

Non vi è stata alcuna segnalazione di peggioramento della funzionalità vestibolare nei test neurofisiologici (VEMS) dopo somministrazione di melatonina sistemica anche a dosaggi elevati.

Da esplorare la sua potenziale attività favorevole nella somministrazione transtimpanica nelle vertigini periferiche.

BIBLIOGRAFIA
Joaquin Guerra, Jesus Devesa. Melatonin Exerts Anti-Inflammatory, Antioxidant, and Neuromodulatory Effects That Could Potentially Be Useful in the Treatment of Vertigo. International Journal of Otolaryngology 2021, 2021:  https://doi.org/10.1155/2021/6641055

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

Vaccino anti Covid 19 non aumenta incidenza di acufeni

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Vaccino anti Covid 19 non aumenta incidenza di acufeni. L’incidenza di nuove diagnosi di acufene dopo la prima dose di vaccino anti COVID-19 si è dimostrata molto bassa (RR 0,038%), inferiore a quella diagnosticata dopo vaccino antinfluenzale (RR 1.95%).

Lo afferma uno studio americano pubblicato su Laryngoscope sui dati di 78 milioni di pazienti di cui 2.575.235 si erano sottoposti alla prima dose di vaccino mRNA anti COVID-19.

L’incidenza risultava ancora più bassa per la seconda dose.

BIBLIOGRAFIA
Ian Dorney, Lukas Bobak, Todd Otteson, David C Kaelber. Prevalence of New-Onset Tinnitus after COVID-19 Vaccination with Comparison to Other Vaccinations. Laryngoscope 2022 September 13

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

Vaccini anti Covid-19: quali funzionano meglio contro Omicron

Vaccino per Covid 19: quali fattori aumentano il rischio di eventi avversi?

Vaccinazione per COVID-19 e Paralisi del nervo Facciale

SARS-CoV-2: la risposta immunitaria al virus è migliore nel sesso femminile

Yoga e meditazione aiutano a ridurre i fastidi dell’acufene

Acufeni: fattori di rischio non audiologici

Acufeni e Trattamento Farmacologico

Acufene cronico: gli effetti del lockdown

Acufeni migliorano con trattamento farmacologico Fibromialgia

Funzione uditiva: la dieta ne influenza lo stato

Acufene: fastidio ridotto con apparecchio

Acufene acuto: efficaci iniezioni intratimpaniche di AM-101

Dieta sana diminuisce il rischio di sordità nelle donne

Acido Folico: i folati aiutano ad avere un udito migliore

Otosclerosi e volume piastrinico

Acufene grave: fattori genetici responsabili

Acufene: fastidio ridotto con apparecchio

Acufene acuto: efficaci iniezioni intratimpaniche di AM-101

Lidocaina Transdermica per migliorare gli Acufeni

Tinnito: terapia cognitivo-comportamentale online

L’Emicrania aumenta il rischio di acufeni

Cura degli acufeni: nuove terapie naturali

Il Bruxismo e gli Acufeni

Acufene e uso di Marijuana

Tinnito: terapia cognitivo-comportamentale online

LECTURE: SENTINEL NODE BIOPSY IN T1-T2 ORAL CAVITY SCC. 20 years personal experience

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LECTURE: SENTINEL NODE BIOPSY IN T1-T2 ORAL CAVITY SCC. 20 years personal experience. Sono stato invitato dall’ amico prof Siavash Rahimi a tenere una lezione per gli studenti di Medicina della University of Portsmouth (UK)  sulla mia esperienza sull’ utilizzo del Linfonodo sentinella  nei tumori  del cavo orale di cui mi occupo da oltre 20 anni.

La lecture evidenzia il razionale della metodica.

Di fronte al numero elevato di metastasi linfonodali occulte anche nei tumori piccoli (T1-T2) del cavo orale, la ricerca del linfonodo sentinella, vale a dire il/i  linfonodo/i che riceve/ricevono direttamente il drenaggio linfatico dalla sede tumorale, permette di trattare con svuotamento latero cervicale solo i casi in cui le cellule metastatiche hanno raggiunto il linfonodo.

Vengono in questo modo evitati il 70% di svuotamenti del collo inutili (i casi con SNB -), gravati di una morbidità non indifferente, soprattutto a carico del nervo spinale. 

I dati delle esperienze della Letteratura e della esperienza personale consentono di affermare che la metodica ha una comprovata sicurezza: permette un upgrade di stadiazione diagnostica superiore al 20% rispetto alle metodiche tradizionali ed il numero di falsi negativi è estremamente contenuto (3% nella esperienza personale). 

L’esame istologico dettagliato del linfonodo sentinella consente inoltre di identificare, oltre le micrometastasi, anche le cellule tumorali isolate (ITC), quindi di intercettare i casi a rischio di diffusione in fase precocissima.

Perché la metodica non si è diffusa nei centri oncologici come meriterebbe?

Perché esige la creazione di un team multidisciplinare estremamente competente ed affiatato, in cui medico nucleare, chirurgo cervico facciale e patologo lavorino in sintonia, siano dotati della tecnologia indispensabile e rispettino i tempi organizzativi della procedura codificata.

In tempi in cui l’attenzione al paziente, la chirurgia mininvasiva, l’approfondimento diagnostico, l’uso di tecnologie raffinate ma non particolarmente costose sono principi cui la Medicina cerca di previlegiare, sembra assurdo che la ricerca del linfonodo sentinella abbia trovato così tante ostruzioni per affermarsi.

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

Linfonodo Sentinella nei tumori del cavo orale: soluzione dell’enigma

La sopravvivenza non cambia fra linfonodo sentinella e svuotamento elettivo nei T1-T2N0 del cavo orale

Indocianina-Green migliora le capacità diagnostiche della biopsia del Linfonodo Sentinella

Biopsia del linfonodo sentinella e tumori del cavo orale

Ricerca del linfonodo sentinella nei tumori precoci del cavo orale

Linfonodo Sentinella nei Melanomi

Linfonodo Sentinella nei Tumori del Cavo Orale

Linfonodo sentinella – “Medicina Regione Lazio”

Linfonodo Sentinella nei tumori del cavo orale ed orofaringe

Glossectomia Parziale e Biopsia del Linfonodo Sentinella

Linfonodo Sentinella nei Tumori del Cavo Orale – Intervista

Individuazione del Linfonodo Sentinella nei Tumori del Cavo Orale

Linfonodo Sentinella: Lezione alla Humanitas University

Linfonodo Sentinella: European Archives of Oto-Rhino-Laryngology

Linfonodo Sentinella: confronto fra biopsia del linfonodo sentinella e svuotamento elettivo del collo

Linfonodo Sentinella: Chirurgia Radioguidata

Linfonodo Sentinella: surgical consensus guidelines

Il Linfonodo Sentinella nei Carcinomi Squamosi del Labbro

L’esperienza personale nelle Biopsia del Linfonodo Sentinella nei T1-T2 del Cavo orale

Il ruolo della Medicina Nucleare nella biopsia del linfonodo sentinella nei tumori del cavo orale

La Chirurgia Radioguidata del Linfonodo Sentinella nei Tumori del Cavo orale

L’esame istologico del linfonodo sentinella nei Carcinomi del cavo orale

Linfonodo Sentinella: Esperienza preliminare all’Ospedale San Carlo

Linfonodo Sentinella: validità della biopsia

Linfonodo Sentinella – 1: Il Razionale

La Biopsia del Linfonodo sentinella nei tumori della bocca

Linfonodi Sentinella: identificazione intraoperatoria

Surgical consensus guidelines on sentinel node biopsy (SNB) in patients with oral cancer

Sentinel Node: Eightsnb Symposium

Sentinel European Node Trial (SENT): 3-year results of sentinel node biopsy in oral cancer

La ricerca del Linfonodo Sentinella: Lavoro d’Equipe

Trattamento dei Carcinomi Orofaringei HPV correlati

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Trattamento dei Carcinomi Orofaringei HPV correlati. Una review e metanalisi della letteratura dimostra che la deescalation del trattamento dei Carcinomi Orofaringei HPV correlati fornisce risultati inferiori rispetto alle terapie tradizionali.

Il carcinoma orofaringeo HPV correlato è caratterizzato da una prognosi migliore rispetto al Carcinoma orofaringeo (OPC) non HPV correlato.

Questo ha indotto ad intraprendere una de-intensificazione degli approcci terapeutici al fine di ottenere gli stessi risultati terapeutici minimizzando la tossicità.

Un lavoro italiano pubblicato su Head & Neck ha valutato su 55 studi prospettici o retrospettivi pubblicati (38.929 pazienti) l’effetto della de-intensificazione dei trattamenti in termini di sopravvivenza (OS), sopravvivenza libera da progressione di malattia, (PFS), controllo loco-regionale e a distanza in confronto con i trattamenti standard. 

In 48 studi la deescalation dei trattamenti ha portato a una riduzione della OS nei casi HPV+ OPCs (HR = 1.33; p < 0.01) e della PFS (HR = 2.11, p < 0.01).

In confronto ai trattamenti standard anche il controllo loco-regionale ed a distanza risultavano ridotti (HR = 2.51,   p < 0.01; e HR = 1.9, p < 0.01 rispettivamente).

La Radio-chemioterapia comporta una sopravvivenza migliore rispetto alla radioterapia da sola (HR = 1.42,   p < 0.01).  

In conclusione, nei pazienti con HPV+ OPC, la deescalation del trattamento non dovrebbe essere adottata agnosticamente su larga scala nella pratica clinica, per non rischiare di offrire un trattamento sub ottimale a questi pazienti.

BIBLIOGRAFIA

Fausto PetrelliAndrea LucianiAntonio GhidiniSara Cherri,Paolo GambaMarta MaddaloPaolo BossiAlberto Zaniboni. Treatment de-escalation for HPV+ oropharyngeal cancer: A systematic review and meta-analysis. Head Neck 2022 May;44(5):1255-1266. doi: 10.1002/hed.27019.

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

Carcinoma Orofaringe: ricostruzione con Lembo Miocutaneo di Gran Pettorale

Carcinoma dell’Orofaringe Hpv correlato

Carcinoma Squamoso dell’Orofaringe

Carcinoma dell’Orofaringe: proposta di nuova classificazione

Tumore Orofaringeo Hpv indotto

Il fumo attivo nei tumori orofaringei HPV positivi

L’infezione da HCV e i Tumori orofaringei

HPV Positività: prognosi migliore nei tumori orofaringe, ipofaringe, cavo orale e laringe

Trattamenti nei tumori orofaringei HPV correlati

Tumori orofaringei: chirurgia robotica opzione economica

Tumori dell’orofaringe HPV correlati: review

Tumori orali ed orofaringei: utile la Radioterapia post-operatoria

I Tumori dell’orofaringe Hpv Correlati: Entità a se stante?

Tumori orali ed orofaringei in aumento nei giovani

Test salivare e tumore orofaringeo asintomatico da Hpv

HPV 16 e 18 nel 30% dei tumori del cavo orale

Tumori del Cavo Orale: ritardo diagnostico

Tumori del Cavo Orale: Ridefiniti i Margini a Rischio

I tumori dello spazio parafaringeo: una sfida per il chirurgo

Papilloma Squamoso Hpv del Faringe

OSAS e danno uditivo

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OSAS e danno uditivo: il rischio si intuisce dalla polisomnografia. I parametri riguardanti la desaturazione di O2 della Polisomnografia sono predittivi della disfunzione uditiva riscontrata nei pazienti con OSA.

I ricercatori della University of Malaya, Kuala Lumpur, Malaysia, hanno correlato gli indici delle Polisomnografia con i risultati della valutazione acustica (Audiometria Tonale, Otoemissioni acustiche e Potenziali uditivi (ABR), in 44 pazienti affetti da vari gradi di OSA. Non sono emerse correlazioni fra parametri otoacusitici e indice di apnea-ipopnea (AHI).

Viceversa è stata riscontrata una correlazione significativa fra i valori della saturazione di Ossigeno (SPO2 media e percentuale di SPO2<90% e SPO2 minima) con una alterazione dei parametri ABR caratterizzati da allungamento della latenza assoluta delle onde I, III e V.  

È evidente come la ipossia causata dall’OSA si ripercuota sul funzionamento delle vie uditive.

BIBLIOGRAFIA
Chee Chean Lim , Tengku Ezulia Binti Tengku Nun AhmadHalimuddin Bin SawaliAhmad Nordin Bin AfandiVinota PaniselvamMerlinda W Bernard , Prepageran NarayananMohd Zukiflee Bin Abu Bakar. Evaluation of auditory system in obstructive sleep apnea patients.Eur Arch Otorhinolaryngol. 2022 Nov 9;1-7. doi: 10.1007/s00405-022-07711-1.

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

OSAS moderato/severo: chirurgia multilivello meglio della terapia medica

OSAS medio-grave e igiene del sonno

Avanzamento maxillomandibolare e Apnea Ostruttiva

Chirurgia dell’OSAS: Avanzamento Ioideo

Terapia del’OSAS: La sospensione ioidea

L’uso del laser nella chirurgia delle Apnee Notturne (OSAS)

Attenzione alle Apnee ostruttive del sonno: possono indurre depressione negli uomini che ne soffrono

Apnee Notturne : la diagnosi e l’inquadramento ora è facile

Sindrome delle Apnee del sonno (OSAS): Se emerge un profilo di rischio elevato serve l’intervento dello specialista per la diagnosi e valutazione della gravità

Apnea ostruttiva posizionale e non posizionale

Apnea con ipertensione infantile

L’apnea del sonno danneggia il tessuto cerebrale dei bambini

Questionario Apnea Epworth Sleepiness Scale

Questionario Apnea American Academy of Sleep

Apnea e faringite: benefici a breve termine della tonsillectomia in età pediatrica

Associazione fra Osas e Trigliceridi

Apnee notturne: trattamento con cPAP migliora la vita sessuale

Apnea nel sonno: MAD non riduce rischio cardiovascolare

Bambini con OSAS dopo adenotonsillectomia

Eccessiva sonnolenza diurna e nuovo farmaco

Adenotonsillectomia e Apnea nei bambini

OSAS Epiglottis Stiffening Operation

OSAS e stimolazione del nervo ipoglosso

Budesonide spray nasale migliora la qualità della vita nei bambini affetti da Apnee notturne

Ugulopalatofaringoplastica: tempi chirurgici dell’intervento

La Chirurgia Orofaringea nel Trattamento dell’OSAS

Epiglottoplastica riduttiva con Laser Co2 per OSA

La ostruzione nasale notturna peggiora il controllo pressorio nei pazienti OSA

OSA e disturbi della deglutizione

Pazienti OSA: chirurgia meglio della cPAP

OSA: la chirurgia riduce rischi di complicanze sistemiche

Russamento e Apnee Ostruttive Posizionali

Avanzamento maxillomandibolare e Apnea Ostruttiva

Polisomnografia con Watch-Pat 300

Polisomnografia nei disturbi respiratori del sonno in età pediatrica. Non sempre solo Apnee Ostruttive

Apnea Notturna: Valore della Polisomnografia

Ruolo della Sleep Endoscopy nella diagnostica dei disturbi ostruttivi del sonno (OSAS)

Sleep Endoscopy: selection of cases

Sleep Endoscopy: la procedura operativa

Sleep Endoscopy: protocollo farmacologico

La sindrome del muscolo Omoioideo

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La sindrome del muscolo Omoioideo è una tumefazione laterale del collo a forma di X,  che compare durante la deglutizione, causata dall’incapacità del tendine centrale del muscolo omoioideo di limitare il movimento del muscolo durante la deglutizione.

La massa scompare immediatamente dopo la deglutizione e non è identificabile alla palpazione.

Il muscolo omoioideo è formato da due ventri, inferiore e superiore, collegati da un tendine intermedio e decorre tra muscolo sterotiroideo e tiroioideo. La funzione primaria del OM è di deprimere e bloccare l’osso ioide durante la deglutizione.

In questa sindrome, spesso in seguito ad episodi di vomito intenso o per traumi cervicali, quali il colpo di frusta, il muscolo o la sua fascia profonda vengono lesi o feriti creando una disfunzione.

Varie ipotesi sono state proposte, quali degenerazione delle fibre muscolari con incapacità di allungarsi, displasia miofibrosa, o fallimento del meccanismo di contenzione fasciale del muscolo omoioideo. 

Il sintomo più frequente, oltre alla tumefazione cervicale alla base del collo al momento della deglutizione, è il dolore inframuscolare sovraclaveare ed una sensazione di disfagia o di corpo estraneo alla deglutizione.

Possono associarsi calo di voce, fascicolazioni a occhio e labbro, vertigini e cefalea (per compressione della vena giugulare profonda) e stato d’ansia.

I casi riportati in Letteratura sono una ventina. L’età media di presentazione è 36 anni, prevalentemente in soggetti di etnia asiatica, con un rapporto maschi : femmine di 7:3. La genesi sembra genetica.

La conferma diagnostica si ottiene con uno studio ecografico Real-time: si dimostra la dislocazione antero laterale del muscolo sternocleidomastoideo per l’ispessimento del muscolo omoioideo durante la deglutizione.

Il trattamento è chirurgico con una sezione del tendine muscolare open od endoscopica; l’iniezione sotto guida ecografica della tossina botulinica nel ventre inferiore del muscolo può essere una valida alternativa, anche se le recidive sono ricorrenti.

 BIBLIOGRAFIA

Jerome Zhiyi OngAlex Chengyao Tham , Jian Li Tan . A Systematic Review of the Omohyoid Muscle Syndrome (OMS): Clinical Presentation, Diagnosis, and Treatment Options. Ann Otol Rhinol Laryngol. 2021 Oct;130(10):1181-1189. doi: 10.1177/0003489421995037.

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

La Sindrome di Eagle ( Sindrome stiloidea)

Disfagia: Protocollo Di Valutazione (I parte)

Disfagia: protocollo di valutazione (parte 2)

Disfagia: esami strumentali (parte 3)

La Disfagia nell’anziano: un problema importante

Disfagia dopo Tiroidectomia

Disfagia muscolo-tensiva: efficacia della manipolazione laringea

Deglutizione: esercizi di rinforzamento muscoli linguali per la deglutizione

Deglutizione dopo l’estubazione

IgE specifiche tissutali aumentate alla base della ipertrofia tonsillare pediatrica

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IgE specifiche tissutali aumentate alla base della ipertrofia tonsillare pediatrica. L’iperplasia tonsillare pediatrica (TH) è associata ad uno spettro di patologie che vanno dalle Tonsilliti ricorrenti (RT) ai disturbi ostruttivi del sonno (SDB).

Al fine di identificare una patogenesi comune della ipertrofia tonsillare pediatrica i ricercatori dell’Università di Auckland- New Zeland, hanno esaminato il tessuto tonsillare ed il siero di 21 bambini sottoposti a tonsillectomia per RT o SDB.

Usando tecniche di immunoistochimica è stata indagata la disposizione delle Immunoglobuline IgG, A, M e E) e le cellule della infiammazione sulle sezioni istologiche.

IgE per Aeroallergeni specifici (sIgE) e IgE specifiche per l’enterotossina C Staphylococcica (SEC-specific IgE) sono state misurate nel siero e nel tessuto tonsillare usando ImmunoCAP® system.

Infine sono state indagate microcolonie batteriche tonsillari usando microdissezione laser prima del sequenziamento 

Non sono state riscontrate significative differenze fra gruppi RT e SDB per nessuna delle variabili esaminate.

La positività delle IgE specifiche (sIgE) risultava maggiore nel tessuto locale che nel siero (p = 0.025).

Una associazione significativa era stata osservata tra livelli di sIgE tissutali e livelli tissutali di IgE specifica per enterotossina C Staphylococcica (SEC-specific IgE) specifica (r2 = 0.95, p = 0.0001).

I batteri e miceti più frequentemente identificati nelle microcolonie erano Fusobacterium, Sphingomonas, Porphyromonas, Prevotella e Malassezia.

Questi dati suggeriscono che vi sia una risposta IgE mediata locale nei bambini con ipertrofia tonsillare.

La produzione di IgE non è correlata alla Allergia sistemica e potrebbe giocare un ruolo nella patogenesi di TH.

Questo è il primo studio che determina la composizione microbica delle microcolonie tonsillari ed è necessario meglio comprendere la microbiologia delle tonsille pediatriche per guidare le strategie di antibioticoterapia.

BIBLIOGRAFIA
Ruyan ChenSita Tarini ClarkSharon Waldvogel-Thurlow , Fiona Jane Radcliff , Michael Leigh Hoggard , James Johnston, Richard George DouglasKristi Biswas .The histological and microbiological characteristics of bacterial microcolonies in paediatric tonsillar hyperplasia.Int J Pediatr Otorhinolaryngol. 2022 Jun;157:111128. doi: 10.1016/j.ijporl.2022.111128

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

Reflusso e tonsilliti croniche nell’infanzia

Tonsilliti Ricorrenti da Streptococco A

Tonsillectomia Intracapsulare: solo il 20% degli otorini pediatri USA la utilizza

Tonsillectomia in età pediatrica: la stimolazione sonora intraoperatoria

Tonsillectomia: protocollo di comportamento post intervento

Post tonsillectomia nei bambini: Ibuprofene vs Acetaminofene

Adenofaringoplastica vs Adenotonsillectomia nelle Apnee Ostruttive severe dei bambini

Tonsille e Adenoidi nell’infanzia: rischi a lungo termine della rimozione

Sindrome di Down e Chirurgia delle Apnee in età pediatrica

Indicazioni alla Tonsillectomia in età pediatrica

Tonsillectomia con Radiofrequenza al Plasma (Coblator)

Apnea e faringite: benefici a breve termine della tonsillectomia in età pediatrica

Irrigazione salina calda: vantaggi durante la FESS

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Irrigazione salina calda: vantaggi durante la FESS. Uno studio di review e metanalisi della letteratura effettuato dai ricercatori del Guy’s and St Thomas’ NHS Foundation Trust, London, ha dimostrato che l’irrigazione salina con acqua calda durante gli interventi di chirurgia endoscopica nasale permette una miglior visione del campo chirurgico ed una migliore emostasi con riduzione delle perdite ematiche del 20% e riduzione dei tempi operatori di ca 9 minuti, rispetto all’utilizzo di irrigazione salina a temperatura ambiente.

Questo dato si confermava anche nel sottogruppo di pazienti che non utilizzava vasocostrittore.

BIBLIOGRAFIA
D Ranford, B Fu, P Surda, J Rudd . Hot saline irrigation for haemostasis in functional endoscopic sinus surgery: a systematic review and meta-analysis.J Laryngol Otol. 2022 Aug;136(8):676-682. doi: 10.1017/S0022215121003698.

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

Spray a base di acido Ipocloroso utile nel postoperatorio della FESS

FESS e Sinusite Cronica nell’anziano

Farmaci biologici e rinosinusite cronica: position paper SIOT

Concha Bullosa e FESS

Farmaci biologici e Rinosinusite Cronica con Poliposi

Ipertrofia dei turbinati: intervista

Poliposi: Corticosteroidi prima della FESS

FESS: qualità della voce nella poliposi

Sinusite odontogena sintomatica: trattamento nella FESS

FEES nello studio della Disfagia

Rinosinusite cronica: le irrigazioni nasali con Bunesonide migliorano I risultati della FESS

La disfunzione tubarica migliora con la FESS

Il turbinato medio: è utile resecarlo nella FESS?

Chirurgia Endoscopica Rinosinusale: 1° step

Chirurgia Endoscopica Rinosinusale 2° step: Etmoidectomia

Chirurgia Endoscopica Rinosinusale: III step – Approcci al seno frontale

Chirurgia endoscopica rinosinusale e sistemi di navigazione

Chirurgia Endoscopica Rinosinusale Funzionale

FUNGUS BALL: Trattamento endoscopico rinosinusale (E.S.S.)

La chirurgia endoscopica rinosinusale

Rinosinusite cronica: le irrigazioni nasali con Bunesonide migliorano I risultati della FESS

Epiglottoplastica riduttiva con Laser Co2 per OSA

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Epiglottoplastica riduttiva con Laser Co2 per OSA.

Il video si riferisce ad un intervento di Epiglottoplastica eseguito da me durante una sessione di chirurgia live ad uno dei Corsi di Laserchirurgia da me organizzati all’Ospedale San Carlo-IDI. 

L’intervento di Epiglottoplastica riduttiva (Epiglottectomia parziale), pur mantenendo una sua applicabilità, è stato nel tempo – il video è del 2010 – parzialmente sostituito da tecniche meno demolitive quali Epiglottis reshaping o Epiglotis stiffening operation, o Glossoepiglottopexy.  

Epiglottoplastica riduttiva con Laser Co2 per OSA.

L’indicazione al trattamento del collasso dell’epiglottide quale corresponsabile del russamento e dell’OSA, deve essere dimostrata dalla DISE (Sleep Endoscopy) che precede sempre l’intervento. 

Va asportato il terzo superiore, flaccido, dell’epiglottide.

Il Laser Co2 si presta ottimamente alla resezione endoscopica in campo esangue.

Nel video, con commento audio originale del tempo, è stata utilizzata la fibra Laser (Lumenis®) che era appena uscita sul mercato, inserita in manipolo malleabile in modo da consentirne sulla guida del microscopio, ma a amano libera, l’utilizzo a stretto contatto con i tessuti.

La capacità di taglio anche sulla cartilagine si è dimostrata eccellente.

L’intervento, laddove l’asportazione si limiti alla parte flaccida, nelle mie mani è sempre stato ben tollerato dal paziente senza dolore eccessivo, senza inalazione e con ottimo risultato sul russamento.

Per ulteriori approfondimenti si possono consultare anche i seguenti link:

Fattori di rischio per la formazione di ascesso dell’epiglottide

Epiglottide acuta infettiva

Cisti dell’Epiglottide: Laserchirurgia

Cisti plica faringo epiglottica

Cisti Mucosa della Vallecola Glotto Epiglottica

Tumore benigno peduncolato plica Faringo-Epiglottica

Laserchirurgia dei Tumori glottici: Indicazioni e Workup diagnostico

Laserchirurgia dei Tumori glottici: Tecnica chirurgica

Cisti Mucosa della Vallecola Glotto Epiglottica

Ostruzione nasale cronica? Per alcuni il problema è psicologico

Decongestione Sottomucosa Interstiziale dei Turbinati Inferiori con Radiofrequenza al Plasma

OSA e disturbi della deglutizione

Pazienti OSA: chirurgia meglio della cPAP

Apnee ostruttive del sonno e nervo ipoglosso

OSAS e stimolazione del nervo ipoglosso

OSA: la chirurgia riduce rischi di complicanze sistemiche

OSAS moderato/severo: chirurgia multilivello meglio della terapia medica

Polisomnografia con Watch-Pat 300

OSAS medio-grave e igiene del sonno

Avanzamento maxillomandibolare e Apnea Ostruttiva

Chirurgia dell’OSAS: Avanzamento Ioideo

Terapia del’OSAS: La sospensione ioidea

L’uso del laser nella chirurgia delle Apnee Notturne (OSAS)

Attenzione alle Apnee ostruttive del sonno: possono indurre depressione negli uomini che ne soffrono

Apnee Notturne : la diagnosi e l’inquadramento ora è facile

Apnea Notturna: Valore della Polisomnografia

Apnea con ipertensione infantile

L’apnea del sonno danneggia il tessuto cerebrale dei bambini

Sindrome delle Apnee del sonno (OSAS): Se emerge un profilo di rischio elevato serve l’intervento dello specialista per la diagnosi e valutazione della gravità

Apnea ostruttiva posizionale e non posizionale

Apnea con ipertensione infantile

L’apnea del sonno danneggia il tessuto cerebrale dei bambini

Questionario Apnea Epworth Sleepiness Scale

Questionario Apnea American Academy of Sleep

Apnea e faringite: benefici a breve termine della tonsillectomia in età pediatrica

Associazione fra Osas e Trigliceridi

Apnee notturne: trattamento con cPAP migliora la vita sessuale

Apnea nel sonno: MAD non riduce rischio cardiovascolare

Bambini con OSAS dopo adenotonsillectomia

Ugulopalatofaringoplastica: tempi chirurgici dell’intervento

Eccessiva sonnolenza diurna e nuovo farmaco

Adenotonsillectomia e Apnea nei bambini

OSAS Epiglottis Stiffening Operation

Budesonide spray nasale migliora la qualità della vita nei bambini affetti da Apnee notturne

Ugulopalatofaringoplastica: tempi chirurgici dell’intervento

La Chirurgia Orofaringea nel Trattamento dell’OSAS

Polisomnografia con Watch-Pat 300

Polisomnografia nei disturbi respiratori del sonno in età pediatrica. Non sempre solo Apnee Ostruttive

Apnea Notturna: Valore della Polisomnografia

Ruolo della Sleep Endoscopy nella diagnostica dei disturbi ostruttivi del sonno (OSAS)

Russamento e Apnee Ostruttive Posizionali

Sleep Endoscopy: selection of cases

Sleep Endoscopy: la procedura operativa

Sleep Endoscopy: protocollo farmacologico

Relazione lineare positiva fra espressione di Nucleofosmina e carica virale nei pazienti con OPSCC-HPV correlato

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Relazione lineare positiva fra espressione di Nucleofosmina e carica virale nei pazienti con OPSCC-HPV correlato. Un interessante studio è stato portato a termina dai ricercatori dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata IDI-IRCCS (cui ho partecipato anch’io) in collaborazione con CNR E INT di Milano.

È noto come sia importante stadiare i Tumori Orofaringei (OPSCC) HPV associati per la loro migliore sopravvivenza e migliore risposta alla chemioradioterapia.

È stata indagata la relazione fra la espressione immunoistochimica (IHC)  della proteina Nucleofosmina (NPM1/B23) e la carica virale HR-HPV determinata con RNAScope in situ Hybridization  in 10 pazienti affetti da Carcinoma Orofaringeo con positività istologica a p 16.

La NMP è una glicoproteina nucleolare che gioca differenti ruoli all’interno della cellula, come la sintesi ribosomiale, la regolazione del ciclo cellulare, la riparazione del DNA e la duplicazione centrosomica, oltre ad essere un attivatore della infiammazione.

Un incremento nella espressione di NPM è stato osservato in vitro nelle cellule che overesprimono E6/E7 ed appare coinvolto nell’assemblamento di HPV.

Quello che abbiamo scoperto è che esiste una correlazione positiva lineare fra espressione di NPM e HPV E6/E7mRNA (Rs = 0.70, p = 0.03).

Questi dati supportano l’ipotesi che NPM possa essere utilizzata come predittore della presenza di un virus HPV con attiva attività transcripzionale e indicatore di progressione tumorale.

La presenza di questo dato potrebbe contribuire a stratificare i pazienti con OPSCC-HPV correlato e portare a decisioni terapeutiche diverse.

BIBLIOGRAFIA
Marco D’Agostino, Marco Di Cecco, Carla Marani, Maurizio Giovanni Vigili, Sara Sileno, Chiara Costanza Volpi, Annunziata Gloghini, Daniele Avitabile, Alessandra Magenta e Siavash Rahimi. Positive linear relationshio between Nucleophosmin Protein Expression and the Viral Load in HPV-associated Oropharyngeal Squamous Cell Carcinoma: a possible tool for Stratification of Patient. Int  J. Mol. Sci. 2023,24,3482 HTTPS://DOI.ORG/10.3390/IJMS24043482

Potete leggere lo studio nel documento allegato qui di seguito

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