I pazienti con rinosinusite cronica presentano un sonno di qualità peggiore rispetto ai soggetti sani,
e quelli trattati chirurgicamente con chirurgia endoscopica dei seni paranasali (ESS) vanno incontro ad un miglioramento significativo e prolungato, mentre quelli che proseguono nel trattamento medico non manifestano miglioramenti duraturi e permangono su punteggi peggiori rispetto ai soggetti di controllo.
Lo dimostra uno studio pubblicato recentemente su Int Forum Allergy Rhinol on line. Secondo quanto riscontrato su 187 pazienti con rinosinusite e 101 soggetti sani di controllo, i punteggi al Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI) erano peggiori nei soggetti con rinosinustite rispetto a quello dei soggetti sani, anche tenendo conto di potenziali fattori interferenti quali asma ed allergie.
Il punteggio PSQI è migliorato significativamente sia a seguito del trattamento medico che di quello chirurgico nei pazienti con rinosinusite cronica. Però, tenendo conto di asma ed allergie , 6 mesi dopo questo punteggio nei pazienti trattati con terapia medica era ancora significativamente peggiore di quanto riscontrato in quelli di controllo, mentre non era avvenuto lo stesso nei pazienti chirurgici.
L’ articolo pubblicato evidenzia come le condizioni anatomiche (deviazione del setto nasale, ipertrofia dei turbinati etc) o le patologie croniche (sinusite, poliposi etc) che ostacolano una corretta respirazione nasale notturna, incidono sulla qualità del sonno con riflessi significativi alla lunga sulla qualità della vita. Il naso che respira bene è un eccezionale “filtro umidificatore” per l’aria che respiriamo e la chirurgia endoscopica (E.S.S.) è oggi in grado, con interventi mirati, non invasivi, spesso personalizzati di migliorare costantemente le condizioni della nostra respirazione e quindi il nostro benessere.