Tumori delle ghiandole salivari, l’adroterapia colpisce in modo più efficace e preciso la massa tumorale. CNAO, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, in collaborazione con AIOCC, Associazione Italiana Oncologia Cervico-Cefalica, ha promosso un convegno che ha riunito alcuni dei maggiori esperti italiani e internazionali, per favorire l’integrazione tra chirurgia, radioterapia e adroterapia nella cura dei tumori delle ghiandole salivari più aggressivi.
Con 600 nuove diagnosi ogni anno in Italia i tumori delle ghiandole salivari rappresentano il 5% delle neoplasie che colpiscono i tessuti del distretto testa-collo (cavo orale, cavità nasali, faringe e laringe). La chirurgia, associata alla radioterapia, è la soluzione terapeutica più diffusa, ma in diversi casi, i tumori delle ghiandole salivari, per la loro aggressività e vicinanza a tessuti sensibili, non possono essere rimossi completamente con gli interventi chirurgici.
Per affrontare alcuni tra i casi più complessi si sta rivelando efficace l’adroterapia, forma avanzata di radioterapia, che, al posto dei fotoni, utilizza protoni e ioni carbonio, particelle pesanti che colpiscono in modo più efficace e preciso la massa tumorale, con minore impatto sui tessuti sani, in termini di riduzione degli effetti collaterali e salvaguardia anche estetica del viso.
Al CNAO, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di Pavia, sono già stati trattati con l’adroterapia 340 pazienti colpiti da forme particolarmente aggressive di tumori delle ghiandole salivari.
Per favorire una sempre più stretta collaborazione tra chirurghi, radioterapisti e oncologi finalizzata alla diagnosi e cura dei tumori delle ghiandole salivari, CNAO ha organizzato a Pavia, in collaborazione con AIOCC, Associazione Italiana Oncologia Cervico Cefalica, “Updates nella diagnostica e trattamento delle neoplasie delle ghiandole salivari: l’importanza dell’approccio multidisciplinare”, un convegno a cui hanno preso parte in veste di relatori 28 tra i maggiori esperti italiani e internazionali, tra cui la Azusa Hasegawa per anni attiva al National Institute of Radiological Sciences (NIRS) di Chiba in Giappone e oggi all’Osaka Heavy Ion Therapy Center.
Francesca Valvo, direttore medico del CNAO, osserva: “ Quando la chirurgia non è possibile o non consente un’asportazione radicale del tumore, l’adroterapia rappresenta una nuova e importante innovazione terapeutica, perché le particelle utilizzate, protoni e ioni carbonio, sono in grado di erogare una dose elevata di radiazioni con scarsi effetti collaterali sui tessuti sani”.
Barbara Vischioni, oncologa radioterapista del CNAO, spiega: “Al CNAO sono stati trattati 250 casi di neoplasie delle ghiandole salivari di prima diagnosi e 90 casi di ‘ritrattamento’, ovvero di pazienti che avevano già ricevuto un trattamento con la radioterapia tradizionale. L’adroterapia si sta rivelando un trattamento efficace e ben tollerato, che consente un buon controllo locale di malattia a fronte di tossicità accettabili. Il nostro obiettivo è una collaborazione sempre maggiore tra chirurghi, radioterapisti e oncologi, tesa a individuare per ogni caso clinico la soluzione terapeutica più indicata”.