Neoformazioni parotidee. Intervista al Prof. Maurizio Giovanni Vigili durante la trasmissione “CHE IMPRESA POCKET SALUTE” andata in onda su ReteOro il 4 luglio 2025. All’interno dell’intervista il Professore parla delle neoformazioni parotidee e della chirurgia della parotide. Se avete perso l’intervista in TV, potete rivederla qui. Buona visione
Benvenuti a “CHE IMPRESA POCKET SALUTE” dove raccontiamo di sogni in tasca e percorsi professionali a portata di mano. Abbiamo con noi il dottor Maurizio Giovanni Vigili, buonasera e ben arrivato. Di cosa si occupa dottore e di cosa ci vuol parlare oggi?
Allora io sono un medico chirurgo otorinolaringoiatra e brevemente la mia storia è che ho lavorato per 10 anni all’Istituto Regina Elena di Roma, quindi mi sono occupato di chirurgia oncologica in modo particolare e poi per 20 anni e oltre sono stato primario all’ospedale San Carlo di Nancy.
Adesso faccio il libro professionista, continuo a lavorare, ho una consulenza con l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata.
Beh, insomma, non si annoia, dottore! So che ha anche una foto che ci vuole mostrare, vero dottore?
Sì, è una foto della sala operatoria che rappresenta un po’ l’habitat comune del chirurgo e devo dire che, con i tempi di oggi, è un po’ rimasto quasi l’unico luogo dove il medico chirurgo soprattutto può esprimere se stesso in totale libertà, con la solitudine del fare la scelta giusta per il paziente, con la possibilità di aiutare in base alla propria esperienza, in base alle proprie conoscenze e alla propria abilità chirurgica il paziente senza le interferenze che oggi abbiamo, viceversa, nella nostra professione molto limitanti di amministratori, informatici, economisti, politici, eccetera. Quindi questo rimane una specie di tempio sacro dove ancora il chirurgo può essere sé stesso.
Questo è bello, è quasi un punto di rifugio anche, di meditazione.
E di libertà di essere a sé stessi.
Fantastico. Dottore, oggi di che cosa ci vuoi parlare?
Volevo parlare di una patologia chirurgica che sono le tumefazioni parotidee, cioè le neoformazioni che possono interessare la ghiandola parotide.
Ok, e quindi si manifestano in che modo?
Le lesioni dal punto di vista istologico sono tante ma il modo di manifestarsi è pressoché simile, cioè di una tumefazione, una massa che cresce in genere lentamente a livello della ghiandola parotide.
A parte le lesioni tumorali maligne avanzate che hanno delle caratteristiche particolari, le altre hanno fondamentalmente un modo di comportarsi sostanzialmente simile, alla prima impressione.
In che modo uno percepisce qualcosa che non va? Ci possono essere dei campanelli d’allarme?
Il campanello d’allarme è una lesione che cresce, quindi una tumefazione, a livello della ghiandola parotide. Questo DEVE ESSERE un campanello d’allarme perché, come in tutte le patologie, la diagnosi precoce è fondamentale. In questo caso la diagnosi precoce vuol dire anche capire di che cosa si tratta e fare poi la scelta strategica operatoria più giusta.
Ecco, immagino siano pericolose, sono di varia natura?
Sono di varia natura. Diciamo che l’80 % delle lesioni sono di tipo benigno. Nell’ambito delle forme benigne ci sono alcune, come l’adenoma pleomorfo, che hanno una caratteristica intermedia, cioè la possibilità di trasformarsi in tumore maligno o di dare frequentemente delle recidive.
E poi ci sono un 20 % di lesioni potenzialmente maligne di cui alcune molto aggressive.
Si devono fare dei tipi di analisi specifici per verificare?
Diciamo che il work up diagnostico è abbastanza chiaro. Il primo esame da fare è l’esame clinico ovviamente, la palpazione della massa, ma questo non ci aiuta molto.
Il secondo esame importante è un’ecografia, cioè un esame semplice, un po’ alla portata di tutti, poco costoso, che ci dice intanto se la lesione fa parte della parotide, ci dice la sede superficiale o profonda e ci dà alcune caratteristiche morfologiche che ci possono un po’ indirizzare verso benignità o malignità ma con molta approssimazione.
Il terzo esame molto importante è l’esame ago aspirato con ago sottile. Vedete che l’ago che si usa per fare il prelievo è molto sottile – il venflon che si usa per fare il prelievo ai bambini – e diciamo questo ago a mano libera viene inserito nella lesione in aspirazione e permette un campionamento, cioè di aspirare delle cellule all’interno della lesione, e quindi ha la probabilità di darci nel 90 % nel caso di lesioni benigne e purtroppo con una percentuale ancora abbastanza bassa, intorno al 63%, di definirci una lesione di tipo maligno.
Nel caso di sospetto di malignità l’approfondimento diagnostico si avvale poi di una risonanza magnetica con mezzo di contrasto ed eventualmente di un agobiopsia, cioè un esame – anche questo semplice – nel quale anziché le cellule viene prelevato frustolo di tessuto sempre con un ago e quindi con le possibilità di darci abbastanza facilmente un indirizzo diagnostico tra lesione benigna e lesione maligna.
Ecco, poi quando si giunge a dover intervenire chirurgicamente come funziona?
Ecco, il trattamento di queste lesioni è sempre un trattamento chirurgico, un trattamento chirurgico che diventa però un trattamento personalizzato, sia nell’estensione sia nelle tempistiche.
È chiaro che, se abbiamo di fronte una lesione di tipo maligno, l’asportazione dovrà comprendere tutta la ghiandola salivare.
Se abbiamo lesioni di tipo benigno, l’asportazione sarà limitata e quindi diventa un intervento personalizzato alla parte di parotide che comprende la lesione.
Ma l’aspetto assolutamente importante di questo tipo di chirurgia è in realtà il fatto che all’interno della ghiandola parotide passa un nervo importante per tutti noi che è quello che ci dà la mimica del viso, quindi quello che ci fa sorridere, che ci fa chiudere gli occhi, che dà l’espressione del viso, il nervo facciale e l’intervento chirurgico e l’abilità, po’ il fascino di questa chirurgia è in realtà, come obiettivo durante il momento chirurgico, non tanto di andare a togliere la lesione un po’ alla ceca, ma di cercare il nervo facciale, di cercare il nervo facciale per salvaguardarlo e non danneggiarlo e ci si può avvalere di alcuni, diciamo, presidi come per esempio l’ingrandimento ottico, gli occhialini che ingrandiscono quattro volte che io uso abitualmente, o degli strumenti termici particolari che consentono di tagliare molto vicino al facciale senza danneggiarlo con il calore.
Questo è molto importante dottore, dobbiamo continuare a sorridere per riprendere il sorriso in tutti sensi.
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