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Updates su Reflusso Faringo Laringeo (LPR) 2- trattamento

Updates su Reflusso Faringo Laringeo (LPR) 2- trattamento. Hardip Singh Gendeh and Balwant Singh Gendeh hanno pubblicato un recente update sul Reflusso Faringo Laringeo che puntualizza definizione, controversie, diagnosi e trattamento di questa patologia molto diffusa in campo otorinolaringoiatrico. Quella che segue è una sintesi tradotta di questo lavoro che ritengo molto interessante. La precedente settimana è stata inquadrata definizione e diagnostica.   

6. Trattamento

Il trattamento del LPR è multidisciplinare. I punti cardine riguardano:  

6.1 Stile di vita e dieta

Lo stress contribuisce senza dubbio ad incrementare la produzione di acido gastrico. Lo stress psicologico si ritiene responsabile della attivazione dei mastociti, attraverso il sistema nervoso autonomo, comportando un incremento della permeabilitĂ  delle cellule epiteliali. Acido e pepsina   stimolano nocicettori intraepiteliali del dolore e della sensazione di bruciore. Al reflusso contribuiscono anche obesitĂ  e dieta: cibi che aumentano aciditĂ , come cibi piccanti o speziati, fritti, alcool, caffeina (the e caffè), bevande gassate, latte e cioccolato sono tra i fattori responsabili. Nei pazienti sovrappeso od obesi, la perdita di peso – prescritta generalmente dal dietologo – aiuta a ridurre la pressione intraddominale ed a migliorare la funzione degli sfinteri esofagei. Anche il fumo, che è noto, causa un abbassamento della funzione degli sfinteri esofagei, dovrebbe essere interrotto. 

6.2 Farmacoterapia

L’aspetto principale della farmacoterapia nel trattamento del LPR è l’utilizzo degli inibitori di pompa protonica (PPI).  Questi farmaci inibisco histamine-2–, gastrina-, e la cascata colinergica inibendo in modo irreversibile la pompa protonica H + -K + ATPase sulle cellule parietali dello stomaco, riducendo sia aciditĂ  che volume delle secrezioni gastriche. Questo, a sua volta, riduce la capacitĂ  della pepsina di funzionare in ambiente acido come enzima. I PPI dovrebbero essere assunti da 30 a 60 minuti prima dei pasti per poter permettere alla loro massima concentrazione di inibire il rilascio acido durante la assunzione alimentare. La dose ottimale di PPI è 2 volte al giorno 40 mg di Omeprazolo o equivalenti per 2 o 3 mesi. Questi pazienti devono essere monitorati con i questionari RSI e con lo score RFS dopo 3 mesi per valutarne i miglioramenti.  Si ritiene che i pazienti con GERD rispondano piĂą velocemente rispetto a quelli affetti da solo LPR, che possono migliorare in 3 mesi con la scomparsa dei sintomi laringei anche solo dopo 6 mesi. Bisogna accertarsi che i pazienti abbiano effettuato correttamente la terapia sia come dosaggio sia come tempistica dell’assunzione e comunque proseguirla per 6 mesi se il risultato non è apprezzabile dopo 3 mesi.  Se non vi è miglioramento bisogna rivisitare il paziente e rivedere la diagnosi, sottoponendo il paziente ad una valutazione gastroenterologica con eventuale OGDS e /o pH metria evitando prolungata dipendenza dai PPI recentemente messi in correlazione con patologie renali. Nelle popolazioni asiatiche va ricercato H Pylori messo in relazione al reflusso. Secondo alcuni autori può essere in alcuni casi l’aggiunta di antagonisti dei recettori H2 prima di dormire. Agenti procinetici possono permettere un maggior svuotamento gastrico e possono essere utili nei pazienti con scarso beneficio alla terapia medica ottimale, anche se la reale efficacia nel LPR è ancora poco incerta. La farmacoterapia per il reflusso non acido, contempla il ricorso agli alginati che reagiscono con l’acido gastrico per formare una barriera protettiva sulla mucosa digestiva superiore che a basso costo protegge da ulteriori insulti acidi del contenuto gastrico.

6.3 Chirurgia

La chirurgia anti reflusso rappresenta l’ultima spiaggia dopo il fallimento di una ottimale farmacoterapia e cambiamento delle abitudini dietetiche e di stile di vita. Per pazienti con significativa ernia iatale va presa in considerazione la fundo-plicatio laparoscopica. Questo intervento si è dimostrato efficace nel ridurre i bruciori, il rigurgito acido, l’affaticamento vocale, la tosse persistente, la sensazione di soffocamento o bolo.

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BIBLIOGRAFIA
Hardip Singh Gendeh and Balwant Singh Gendeh : Updates on Laryngo-Pharyngeal Reflux (LPR) and Its Management DOI: http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.109733

reflusso faringo laringeo prof

Ho voluto diffondere questo documento perchè ancora molti pazienti affetti da sintomi da LFR stentano a credere sia una patologia diversa dal GERD, non avvertendo l’acidità. Concordo su tutto. C’è qualche diversità nel protocollo personale di terapia. Prescrivo inizialmente 3 mesi di trattamento con PPI (Pantoprazolo o Esomeprazolo) in monosomministrazione al dosaggio di 40 mg  associata ad. Alginati serali. Se dopo3 mesi non ci sono stati risultati invito il paziente a proseguire al massimo per altri 3 mesi. Se ha avuto successo la cura va ripetuta  nel cambio di stagione successivo (autunno o primavera con le stesse modalità) Dopo 1 anno , a seconda dei risultati e della clinica,  personalizzo la terapia per l’anno successivo. Il tutto ovviamente associato al controllo della dieta che escluda cibi che aumentano acidità e, per quanto possibile,  a correggere stili di vita eccessivamente stressanti.  I miei risultati sono generalmente buoni.

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

Updates su  Reflusso Faringo Laringeo (LPR)  1- diagnosi

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