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Il Refusso Faringo Laringeo nell’anziano

Estratto della Relazione presentata dal dott. Vigili al Congresso della Associazione Italiana di Otorinolaringoiatria Geriatrica: “Cronicità e Fragilità nel paziente anziano: integrazione ed interazione tra ORL e MMG” tenutosi a Latina il 30.09.2017

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La patologia da reflusso (GERD) è sempre più diffusa, interessando circa il 20% della popolazione   statunitense. Di questi soggetti dal 6 al 17% hanno più di 65 anni, con un incidenza stimata in aumento.   Le caratteristiche che contraddistinguono la GERD nei soggetti anziani sono la predisposizione all’insorgenza di forme di più severe di esofagite, con però un corredo sintomatologico meno evidente, dato il lungo periodo di esposizione all’acido con minore percezione sensoriale e la concomitanza di altre comorbidità che possono indurre più facilmente ad un ritardo diagnostico. Maggiore è l’incidenza di complicanze: 81% vs 47% dei soggetti adulti (esofagite erosiva, stenosi cicatriziali, Esofago di Barret, Adenocarcinoma esofageo)

Maggiore è anche l’incidenza di presentazioni atipiche , quale la forma di reflusso faringo-laringeo (RFL) caratterizzato da sintomi quali tosse secca persistente (40-50%), abbassamento frequente della voce (70-90%), disfagia (27%) e senso di costrizione faringeo(30-47%).

Con l’età avanzata, diversi sono i fattori favorenti una maggior gravità dell’ esposizione all’acido: la diminuita secrezione salivare, con minor concentrazione di bicarbonati, la disfunzione della peristalsi esofagea, con diminuzione della pressione dello sfintere esofageo inferiore (LES), la maggior incidenza di ernia iatale, la limitata attività fisica giornaliera, l’obesità e l’uso protratto di farmaci ad azione indiretta sul tono del LES.

Ad oggi non esistono linee guida sul metodo ottimale di diagnosi del Reflusso nell’anziano. Grande valore assume soprattutto per la sintomatologia atipica la fibrorinolaringoscopia, che è in grado di evidenziare le alterazioni della mucosa faringo-laringea (PH 8) indotte dal contatto con l’acido( PH 2-3).

Primo riquadro

PH metria esofagea, PH Impedenzometria ed esofagogramma con bario sono riservate ai casi che non rispondono alla terapia con inibitori di pompa protonica (PPI) , ai pazienti senza segni di esofagite ed ai casi di sospetto reflusso non acido.

In cosa differisce la terapia rispetto ai giovani e adulti?   Oltre ai consigli dietetici tradizionali ( no a cibi stimolanti acidità) e a modificare parzialmente lo stile di vita (perdere peso, non cenare tardi la sera, alzare la testiera del letto, limitare uso di farmaci ), l’uso dei PPI rimane la terapia preferenziale. Va tenuto presente che i pazienti anziani possono richiedere una maggior acido soppressione per la guarigione dell’esofagite, quindi dosaggi alti e terapia long term ( 40 mg per 8 sett). Vi è una riduzione della clearance nel plasma di Lansoprazolo, Omeprazolo, non di Pantoprazolo ed Esomeprazolo, che vanno pertanto previlegiati. Va posta grossa attenzione al rischio di effetti collaterali nell’uso protratto dei PPI sull’assorbimento del Ca (rischio Osteoporosi), sul rene ( rischio Nefrite interstiziale ), sui livelli di Mg, sull’ aumentato rischio di polmonite e sulle infezioni da Clostridium difficilis.

Per ulteriori approfondimenti sul Reflusso Gastroesofageo puoi leggere gli articoli ai seguenti link:

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Prof. Maurizio G. Vigili

OTORINOLARINGOIATRIA

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