Covid-19: i sopravvissuti a Covid-19 evidenziano anomalie strutturali a lungo termine dopo la dimissione. Il 30% dei sopravvissuti alla COVID-19 evidenzia anomalie polmonari strutturali persistenti per mesi dopo la guarigione.
In uno studio presentato a settembre alla European Respiratory Society sono stati studiati 86 pazienti (età media, 61 anni) guariti da infezione respiratoria da COVID-19 da moderata a critica, sottoposti a controlli alle settimane 6, 12 e 24.
Ad ogni visita di follow-up venivano eseguiti: esame clinico, esami di laboratorio, emogasanalisi, test di funzionalità polmonare, TC toracica ed ecocardiogramma.
Il 48% dei pazienti aveva un’anamnesi di fumatore.
A 6 e 12 settimane dopo la dimissione, rispettivamente il 47% e il 39% dei pazienti presentava dispnea, e rispettivamente il 28% e il 19% dei pazienti presentava una capacità vitale forzata compromessa; il 33% e il 22% dei pazienti presentava una bassa capacità di diffusione del monossido di carbonio dei polmoni.
La diagnostica per immagini con TC ha rivelato anomalie correlate alla COVID-19 rispettivamente nell’88% e nel 56% dei pazienti: opacità a vetro smerigliato, 88%; reticolazione, 63%;consolidamento, 10% bronchiectasia, 13%.
Il punteggio della gravità in base alla CT è migliorato da 8 a 4 punti.
Questi dati sono confermati anche da altri studi.
Ali Gholamrezanezhad, della University of Southern California a Los Angeles, per esempio, ha studiato le TC di diversi pazienti provenienti da studi pubblicati e quelle di alcuni suoi pazienti, e ha riscontrato che dopo 12 settimane dalla dimissione i polmoni del 56% dei pazienti mostravano ancora lesioni.
A questo proposito l’autore ricorda che Peixun Zhang, del Peking University People’s Hospital di Pechino, ha monitorato dal 2003 al 2018 la salute di 71 persone affette da Sars, e ha riferito che dopo 15 anni il 4,6% presentava ancora lesioni visibili ai polmoni e il 38% mostrava una ridotta capacità di ossigenazione.
Dal punto di vista cardiovascolare, invece, uno studio cinese a maggio ha osservato che i pazienti che hanno avuto la polmonite hanno un rischio aumentato di malattie cardiache e vascolari a 10 anni di distanza.
Non sono neppure ben chiare le conseguenze dell’infezione da Sars-CoV-2 a livello neurologico e cognitivo, dato che diversi pazienti soffrono di complicanze neurologiche come delirio, confusione e perdita di memoria che possono persistere dopo che i sintomi acuti sono scomparsi.
Si apre poi l’ampia questione della stanchezza cronica, in quanto sempre più persone riferiscono di soffrire di stanchezza e malessere e questo problema non riguarda solo pazienti che hanno avuto forme gravi della malattia.
Per meglio comprendere la situazione, la British Heart Foundation di Londra seguirà i pazienti ricoverati per Covid-19 per sei mesi, e lo studio Post-Hospitalization Covid-19 monitorerà 10.000 pazienti per un anno.
Saranno necessarie linee guida per poter trattare nel modo migliore questi postumi duraturi
Bibliografia
Sahanic S et al. Persisting pulmonary impairment following severe SARS-CoV-2 infection, preliminary results from the CovILD study. Eposter #4143. Presented at the 2020 European Respiratory Society (ERS) Virtual International Congress 2020, 7-9 September Nature 2020. Doi: http://dx.doi.org/10.1038/d41586-020-02598-6 2020.
Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:
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