SILENT SINUS SYNDROME (Sindrome del Seno Silente). La prima descrizione di questa rara patologia si deve a Montgomery nel 1964, anche se il termine “silent sinus syndrome” o sindrome del seno silente è stato coniato circa 30 anni dopo.
La maggior parte dei casi coinvolge il seno mascellare ed è caratterizzata da collasso delle pareti del seno con deiscenza del pavimento orbitario.
Più raramente è coinvolto l’etmoide, mentre eccezionalmente il seno frontale.
Capita tipicamente durante la terza – quinta decade di vita, senza predilezione per sesso.
La esatta patofisiologia è sconosciuta. Si ipotizza che una ostruzione dell’ostio del seno mascellare conduca ad un ostacolo alla ventilazione e ad atelettasia per la pressione negativa indotta dal riassorbimento del gas; anche un processo infiammatorio cronico potrebbe condurre ad una progressiva demineralizzazione e assottigliamento del pavimento orbitario e conseguente dislocazione inferiore dell’orbita.
La manifestazione clinica più evidente è l’enoftalmo asintomatico con atelettasia del seno mascellare (criteri diagnostici riconosciuti per la maggior parte degli studi).
Molto frequente è anche la presenza di ipoglobo oculare.
La diagnosi si basa sulla valutazione clinica e su una accurata anamnesi per escludere un pregresso trauma od altre sottostanti cause sistemiche di enoftalmo.
Nello studio per imaging la TAC si fa preferire alla RM perchè fornisce una migliore definizione spaziale delle strutture ossee.
La RM va effettuata in presenza di marcato ipoglobo.

Nei casi di SSS frontale la TAC rivela la presenza di celle frontali ostruenti sopra l’agger nasi ed anche una lateralizzazione del turbinato medio che portano ad una atelettasia del seno frontale con assottigliamento e bombatura della parete orbitaria superiore nel seno frontale.
Il trattamento è chirurgico endoscopico (FESS) per ripristinare la ventilazione del seno coinvolto.
Controversa rimane la necessità ed il timing della ricostruzione del pavimento orbitario con accesso subcongiuntivale (one-stage o differito di ca 6 mesi rispetto alla antrostomia, qualora la FESS non fosse sufficiente a migliorare l’enoftalmo).
BIBLIOGRAFIA
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