Covid 19: il virus persiste in pazienti apparentemente guariti. Nonostante la ripetuta negatività virale fino a 300 giorni consecutivi, sono stati individuati danni polmonari causati dal virus SARS-CoV-2.
Lo evidenzia uno studio multicentrico italo-inglese pubblicato su The Journal of Pathology.
Nel tessuto polmonare di pazienti apparentemente negativizzati dal virus, ma le cui condizioni cliniche si sono progressivamente aggravate fino a condurli alla morte con sintomi del tutto sovrapponibili a quelli di una infezione acuta da SARS-CoV-2, si è riscontrata una polmonite interstiziale focale o diffusa, con estesa sostituzione fibrotica nella metà dei casi, molto simile a quella osservata negli individui con infezione acuta.
Non erano state riscontrate tracce virali nell’epitelio respiratorio, mentre sono state individuate nella cartilagine bronchiale e nell’epitelio ghiandolare parabronchiale la proteina Spike e quella del Nucleocapside virale, indispensabili all’infezione e alla replicazione del virus.
Il distretto cartilagineo appare come un «santuario» che rende il virus non identificabile con alcuna delle metodiche di cui si dispone al momento.
Questi i risultati indicano che l’infezione da SARS-CoV-2 può persistere significativamente più a lungo di quanto suggerito dai risultati negativi dei Test PCR, con segni evidenti d’infezione in specifici tipi di cellule nel polmone.
Quale sia il ruolo effettivo di questa latente infezione a lungo termine nel quadro clinico della cosiddetta «sindrome da long Covid», resta ancora da chiarire.
Nella pratica clinica di questi ultimi anni mi è capitato – seppur raramente – di incontrare pazienti che hanno avuto il Covid-19, sono negativi ai tamponi, ma lamentano a distanza di mesi gli stessi sintomi che avevano avuto nel periodo acuto dell’infezione od anche più forti, in modo clinicamente inspiegabile.
BIBLIOGRAFIA
Rossana Bussani, Lorena Zentilin, Ricardo Correa, Andrea Colliva, Furio Silvestri, Serena Zacchigna, Chiara Collesi, Mauro Giacca. Persistent SARS-CoV-2 infection in patients seemingly recovered from COVID-19. Journal of Pathology, March 2023, 259, 3, 254-263 https://doi.org/10.1002/path.6035
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