Turbinati inferiori: Terapia microchirurgica dei turbinati inferiori: Laser vs Radiofrequenza. Il trattamento della ipertrofia dei Turbinati inferiori deve essere volto a ridurne il volume per migliorare l’ostruzione respiratoria nasale, ma deve contestualmente rispettare le funzioni di filtro, umidificazione, riscaldamento dell’aria e la funzione difensiva che i turbinati esercitano.
Si è pertanto passati negli ultimi anni da una chirurgia volta a ottenere la ”miglior correzione possibile alla minor correzione efficace”.
In questa ottica il trattamento microchirurgico endoscopico con Laser a diodi e quello con Radiofrequenza al plasma rappresentano le metodiche più largamente utilizzate.
I punti in comune alle due metodiche sono:
a) utilizzo dell’energia termica per ottenere la riduzione tissutale interstiziale
b) trattamento in anestesia locale e/o sedazione farmacologica in regime di day hospital/chirurgia ambulatoriale
c) non necessita tamponamento
d) risultato certo, variabile nel tempo in rapporto alla patologia responsabile della ipertrofia dei turbinati più che alla tecnica chirurgica prescelta.
Le differenze sono di tecnica.
L’energia termica del Laser a diodi è superiore a quella della Radiofrequenza, pertanto, accanto ad una riduzione immediatamente più apprezzabile per la maggiore aggressività della metodica, vi sono anche maggiori effetti collaterali sui tessuti, quali crostificazione nel punto di ingresso dello strumento, maggior necrosi tissutale con sostituzione progressiva del tessuto connettivale stromale sottomucoso da intenso processo fibrocicatriziale, con rischio di danno funzionale superiore.
Nel video che mette a confronto le due metodiche si apprezza come la riduzione volumetrica appaia immediatamente maggiore nell’intervento con laser a diodi, ma il trauma sulla mucosa nel punto di ingresso dello strumento (uno solo per la radiofrequenza con trattamento in tre step dalla testa alla coda; più ingressi con la fibra a diodi) e nella sottomucosa (maggiore ischemia nel trattamento con il laser) sia decisamente ridotto con la Radiofrequenza al plasma.
L’emostasi, buona con entrambe le metodiche, nella procedura di trattamento appare lievemente superiore con il laser, perchè l’ingresso nel tessuto avviene con lo strumento attivato, mentre con la radiofrequenza lo strumento si attiva solo dopo l’entrata nel turbinato.
Per il minor danno tissutale e quindi una miglior e più rapida guarigione postoperatoria, personalmente, in questo campo preferisco da sempre il trattamento con la Radiofrequenza, pur essendo un estimatore e cultore dalla laserterapia.
Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:
La Radiofrequenza nel Trattamento dei Turbinati
Decongestione Sottomucosa Interstiziale dei Turbinati Inferiori con Radiofrequenza al Plasma