Rinolitiasi

La Rinolitiasi è una rara condizione in cui si verifica, nelle fosse nasali nel corso di anni, una deposizione di sali minerali (Ca-Mg) intorno ad un nido organico od inorganico, esogeno od endogeno.

I materiali endogeni intorno ai quali si formano le incrostazioni sono rappresentati da frammenti ossei, denti ectopici, epitelio desquamato, mentre i materiali esogeni sono semi di frutta, piccoli oggetti in plastica (perline) batterie e sassi.

La patogenesi della formazione dei rinoliti non è ben conosciuta.

La teoria più accettata è che l’alloggiamento di un corpo estraneo nella fossa nasale promuova un processo infiammatorio acuto o cronico nella fossa nasale.  

Sono prevalenti nell’età giovanile ma possono capitare a qualunque età, senza prevalenza di sesso. 

Il sintomo più comune alla presentazione è l’ostruzione nasale (70-80%), seguito da rinorrea maleodorante unilaterale (55%) e cefalea. Epistassi, russamento ed apnee sono manifestazioni più rare.

La sede più frequente nei casi riportati in letteratura era tra turbinato inferiore e setto (68%). Altre sedi descritte sono tra la parete nasale laterale ed il turbinato inferiore, laterale al turbinato medio e tra turbinato medio e setto.

Abbastanza frequentemente si riscontra una patologia nasosinusale concomitante: deviazione del setto (65%), vegetazioni adenoidee e poliposi nasale.

Come complicanze dei rinoliti sono descritte perforazione palatale, perforazione settale, distruzione della parete mediale del seno mascellare, con sinusite ricorrente, fistola, osteomielite e assai raramente ascesso epidurale.

La diagnosi si ottiene mediante una rinoendoscopia con ottica rigida o flessibile.

Il Rinolita si presenta come una massa di colore giallo-grigiastro, variabile nella forma e dimensione circondata da tessuto di granulazione.

La diagnosi è confermata dalla consistenza dura (pietra) e dalla senzazione di crackling durante la esplorazione strumentale con aspiratore bottonuto.

La TAC dei seni paranasali va sempre fatta per avere una definizione spaziale dettagliata e riscontrare eventuali complicanze.  Il rinolita si presenta come una opacità ad alta   densità, contorni irregolari, con un’area ipodensa  al centro. 

La TC talvolta aiuta a riconoscere l’origine  esogena (corpo estraneo) o endogena ed a discriminare con la diagnosi differenziale con osteoma, polipi calcifici, sequestri ossei  (sifilide,  radioterapia), osteosarcoma and chondrosarcoma.  

L’estrazione del Rinolita richiede un approccio endoscopico con ottica rigida.

L’anestesia generale con intubazione orotracheale è necessaria nei bambini, nei soggetti ansiosi o paurosi, in caso di Rinolita gigante o incastrato nella parte posteriore della fossa nasale  ed in presenza di patologia associata (sinusite, polipi,  micosi).  

Rinoliti piccoli possono essere rimossi anche in anestesia locale in pazienti complianti.

L’approccio esterno con rinotomia laterale o settoplastica open  è eccezionale. Non sono descritte recidive alla asportazione.

BIBLIOGRAFIA
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Julia NguyenAriel OmiunuRushi PatelPrayag PatelChristina H FangJean Anderson Eloy. Endoscopic Management of Rhinolithiasis: A Systematic Review.Otolaryngol Head Neck Surg. 2023 Jun;168(6): 1338-1345. doi: 10.1002/ohn.230.
Hayat Adib, Mohamad Ali El NatoutGeorges ZaytounUsamah Al Hadi   Rhinolithiasis: A Misleading Entity Sept  2018 Therapeutic Advances in Allergy and Rhinology. 9:215265671878359 doi: 10.1177/2152656718783596

   

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