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La Tecnologia Laser CO2

Il Laser a C02, che rappresenta a tutt’oggi la tecnologia di scelta nella microlaringochirurgia, è stato introdotto nel trattamento della patologia laringea per la prima volta dagli statunitensi Strong e Yako nel 1972 .

La parola L.A.S.E.R. è un acronimo ideato da Albert Einstein che significa Amplificazione della Luce per mezzo di emissione stimolata di Radiazioni (Light Amplification Stimulated Emission of Radiation). L’interazione fra la sorgente di energia ed il materiale attivo costituito da una miscela di Anidride Carbonica con Elio e Azoto produce l’emissione di energia elettromagnetica non ionizzante costituita da fotoni con lunghezza d’onda fase e direzione analoghe (radiazione luminosa coerente) . All’interno di un sistema chiuso di 2 specchi riflettenti contenuto nell’apparecchio laser, i fotoni riflessi in continuazione vengono amplificati fino a produrre un fascio di luce coerente (raggio laser) che fuoriesce da uno degli specchi che è semitrasparente .

Foto 2 tecnologia laser

La lunghezza d’onda di questo fascio di energia è di 10.600 nanometri, nel campo delle radiazioni infrarosse e pertanto deve essere accoppiato con un laser guida elio-neon coassiale per essere visibile. La lunghezza d’onda della radiazione laser è caratterizzata da un elevato coefficiente di assorbimento nell’acqua e di conseguenza una ridotta penetrazione nei tessuti molli, esaurendo la propria energia in 0.2 mm di tessuto. Ciò conferisce al Laser a C02 qualità ottimali per ottenere un taglio netto, con minimo danno termico dei tessuti circostanti e la capacità di coagulare piccoli vasi ematici e linfatici e ramuscoli nervosi sensitivi, limitando pertanto edema e dolore postoperatorio .

Ottenere questi risultati tuttavia non può prescindere da un’oculata selezione della quantità e della modalità di emissione dell’energia. Di conseguenza il risultato chirurgico sarà condizionato da una corretta impostazione dei parametri: potenza, tempo di esposizione, diametro dello spot e modalità di emissione (continuo, pulsato o superpulsato).

Foto 3 tecnologia laser

L’evoluzione tecnologica, con l’introduzione di differenti modalità di emissione dell’energia e di micromanipolatori in grado di focalizzare il raggio incidente ad un diametro inferiore ai 300 micron (Acuspot ed Acublade), ha permesso in questi ultimi anni il suo impiego ottimale anche nella microchirurgia laringea.

Foto 4 tecnologia laser

L’emissione pulsata ( frequenza 200Hz durata 0,00125 sec. –pausa 0,00375 sec) e una breve durata di esposizione consentono l’uso ottimale come bisturi

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Oggi la Tecnologia Superpulse ( potenza a picco elevato con breve durata degli impulsi ) ed ancor più la Tecnologia Ultra Pulse ( potenza a picco elevato 6 volte maggiore con durata ancora più breve degli impulsi) consentono una diffusione termica ai tessuti circostanti   sempre più ridotta.

Foto 6 tecnologia laser

Potenza ridotta, spot defocalizzato più ampio, emissione continua permettono di vaporizzare i tessuti e di ottenere migliore emostasi . Tale possibilità di modulare l’effetto di azione sui tessuti riveste un grande vantaggio soprattutto nella chirurgia laringea dove la necessità di essere delicati ma nel contempo estremamente precisi si sposa con un campo di azione limitato

L’accoppiamento del laser a C02 con il microscopio operatorio consente di operare con una migliore visualizzazione del campo, utilizzando un unico strumento chirurgico all’interno del laringoscopio e potendo agire con il raggio a distanza, manovrato e diretto dal micromanipolo come fosse un joystick.

Foto 7 tecnologia laser

 

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Prof. Maurizio G. Vigili

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