L’ incidenza dei deficit uditivi negli adolescenti USA è sorprendentemente diminuita fra il 2009 ed il 2010, nonostante l’incremento complessivo dell’esposizione a rumori forti tramite le cuffie audio durante il periodo in questione.
Questo risultato emerge da uno studio condotto da Dylan Chan della California University e pubblicato su JAMA Otolaryngol Head Neck Surg online. Negli adolescenti
Non è stata riscontrata alcuna forte associazione fra l’esposizione al rumore o l’uso di protezioni uditive e la reale prevalenza dei deficit uditivi a livello individuale, mentre i principali fattori di rischio indipendenti comprendono etnia non bianca e basso status socioeconomico.
Il risultato dello studio è parso sorprendente, in quanto, dopo l’incremento del deficit uditivo riscontrato nel 2006-2007, ci si attendeva che il proliferare di attrezzature audio aumentasse il rischio di deficit negli adolescenti. Le iniziative educative, unitamente ai miglioramenti tecnologici come le cuffie a limitazione di volume, hanno portato a cambiamenti comportamentali positivi.
Lo status socioeconomico fa la differenza a molteplici livelli, fra cui tassi di immunizzazione, accesso a screening uditivi regolari nell’infanzia, accesso all’assistenza per gestire i problemi, possibilità di controllo da parte di medici ed audiologi e di interventi precoci. Esso probabilmente influenza maggiormente i deficit provvisori che quelli permanenti, ma i suoi effetti esatti non verranno riconosciuti fin quando questi ultimi non verranno separati.
Tutti questi bambini con deficit uditivi potrebbero potenzialmente divenire adulti con deficit uditivi, e sono necessarie ricerche per stabilire come anche i deficit uditivi più lievi possano influenzare lo sviluppo nel tempo.