Il fumo uccide una persona ogni sei secondi ed è a tutti gli effetti un’epidemia fra le peggiori mai affrontate a livello globale.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo. Quasi 6 milioni di persone ogni anno infatti muoiono a causa del fumo e fra queste oltre 600.000 per il fumo passivo. Si calcola che se il consumo di tabacco non dovesse ridursi, i morti saranno 8 milioni entro il 2030 e si stima che nel XXI secolo il tabagismo causerà oltre un miliardo di decessi. In Italia, secondo i dati del Ministero della Salute, il numero globale dei fumatori è intorno a circa 11,5 milioni di persone, di cui 27,3% maschi e 14,2% femmine. Ogni anno si contano tra 70.000 e 83.000 morti per il fumo. Ciononostante, nel 2016 si è osservato un lieve incremento della prevalenza di fumatori di entrambi i sessi: gli uomini passano dal 25,1% del 2015 al 27,3% del 2016, le donne dal 16,9% al 17,2%.
Il consumo medio di sigarette al giorno si conferma intorno alle 13 al giorno, con oltre il 70% dei fumatori che supera le 10 sigarette.
Si inizia a fumare mediamente a 17,9 anni con un gap tra uomini e donne di circa un anno (17,4 anni gli uomini, 18,7 le donne). La motivazione principale all’iniziazione al fumo di sigaretta rimane, costantemente nel tempo, l’influenza dei coetanei.
I rischi
Nel fumo di tabacco sono presenti circa 7.000 componenti di cui 81 ritenuti cancerogeni o potenzialmente tali nell’uomo. Il fumo è il principale fattore di rischio non soltanto per lo sviluppo di tumori delle vie respiratorie (polmone e laringe), ma anche di malattie non neoplastiche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e cardiovascolari: un fumatore ha un rischio di morire per infarto da 3 a 5 volte maggiore rispetto ad un non fumatore. Negli uomini poi il fumo di sigaretta amplifica notevolmente il rischio di impotenza, specie se associato a patologie cardiovascolari.
Anche la qualità di vita del fumatore è seriamente compromessa a causa della maggiore frequenza di patologie respiratorie (tosse, bronchiti ricorrenti, asma) e cardiovascolari (ipertensione, ictus, infarto) che possono limitare le attività della vita quotidiana. Per i tabagisti la probabilità di ammalarsi e/o di subire infortuni in ambiente di lavoro è aumentata da 1,4 a 2,5 volte rispetto ai non fumatori.
Molti studi hanno dimostrato che il tabagismo della madre, durante la gravidanza, è una delle cause di aborto spontaneo, di parto prematuro e di aumento della mortalità e morbilità perinatale e infantile; inoltre è causa di aumentato rischio di sindrome di morte improvvisa del lattante, di basso peso alla nascita e di sindrome da astinenza neonatale da nicotina. Le madri che fumano producono meno latte e di minore qualità rispetto alle non fumatrici e la produzione di latte termina più precocemente. Sembra anche l’esposizione durante il periodo dell’allattamento possa determinare cambiamenti metabolici, che, con la crescita, portano allo sviluppo di squilibri ormonali, come iperglicemia e obesità.
Per contrastare questo problema, che racchiude sia aspetti sanitari che sociali, è fondamentale elaborare programmi di prevenzione da rivolgere sia a tutta la popolazione che a gruppi e individui a rischio, in particolare i giovani, con l’obiettivo di contrastare l’abitudine al fumo attraverso un’adeguata informazione da condurre nelle scuole con la partecipazione attiva dell’ambiente familiare.
Smettere di fumare è una scelta che richiede forte motivazione e forza di volontà: in Italia negli ultimi anni sono nati i Centri Antifumo, strutture dedicate che costituiscono un’importantissima risorsa per aiutare le persone a smettere di fumare e offrono programmi di assistenza basati sulla terapia farmacologica, sul counselling individuale e sulla terapia di gruppo.
I Centri Antifumo, ad oggi attivi in Italia , risultano 363 di cui 305 afferenti al SSN e 58 alla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT)
Smettere di fumare riduce i rischi dopo solo un anno di astinenza. Dopo 20 anni diventa simile a quello di chi non ha mai fumato.
Referenze
- Global report on trends in tobacco smoking. Accessed June 2017
- Ministero della salute. Tabacco. Accessed June 2017
- Osservatorio Fumo, Alcol e Droga