La causa piu’ comune di Ipotiroidismo
La Tiroidite di Hashimoto è non solo la forma più comune di Tiroidite ma anche la patologia tiroidea più diffusa, soprattutto negli Stati Uniti. Questa malattia, nota anche come Tiroidite cronica Linfocitaria o Tiroidite autoimmune, colpisce oltre 14 milioni di persone solo negli USA. Sono colpiti sia uomini che donne anche se il sesso femminile è affetto 7 volte di più. Il suo nome deriva dal chirurgo Giapponese che l’ha scoperta nel 1912. E’ una patologia autoimmune, vale a dire dovuta all’azione di cellule del sistema immunitario (linfociti) che anziché esercitare una azione protettiva attaccano il tessuto tiroideo, in particolare i follicoli tiroidei, causando un infiammazione cronica della tiroide. L’effetto dell’infiammazione causa progressivamente una incapacità della ghiandola di produrre una adeguata quantità di ormoni tiroidei e porta ad una condizione di ipotiroidismo.
La Tiroidite di Hashimoto è infatti la causa più frequente di ipotiroidismo, ma questa non è l’unica complicanza associata: spesso si associa un ingrossamento della tiroide e lo sviluppo di un gozzo che avviene solitamente in modo graduale, indolente inizialmente senza provocare disturbi al paziente.
Le tiroiditi croniche hanno un maggior rischio di sviluppo di neoplasie quali il carcinoma differenziato della tiroide e il linfoma. Pertanto va sempre sospettato lo sviluppo di una neoplasia tiroidea in un paziente con tiroidite cronica, in cui, in corso di terapia sostitutiva, si osserva la comparsa di un nodulo o se il volume ghiandolare aumenta rapidamente. Va ricordato, altresì, che la presenza di tiroidite di Hashimoto è un fattore prognostico favorevole in un paziente con un carcinoma papillifero.
Il quadro istologico può variare in base all’estensione e all’ entità del processo infiammatorio ma è sostanzialmente caratterizzato da un diffuso infiltrato linfocitario, che in alcuni casi possono formare dei tipici follicoli linfoidi con tanto di centro germinale. Il grado di infiltrazione linfocitaria correla con il livello di anticorpi circolanti. La colloide è spesso sparsa. Si osserva tra l’altro fibrosi, soprattutto nelle tiroiditi di vecchia data, e obliterazione dei follicoli tiroidei
Istologicamente possono essere distinte due varianti:
1) Variante ossifila: si caratterizza per la prevalenza di cellule ossifile, per una prevalenza dell’infiltrazione linfocitaria con formazione di follicoli rispetto alla fibrosi;
2) Variante fibrosa: l’ infiltrato è costituito prevalentemente da plasmacellule e la fibrosi è prevalente, e per tanto ha una maggior probabilità di sfociare in ipotiroidismo
La diagnosi si basa su dati di laboratorio che evidenziano la presenza di elevati livelli di anticorpi , antitiroide anti tireoperossidasi (Ab anti-TPO) (95%) e anti tireoglobulina (Ab anti-Tg)(50-60%),
associati ad una funzionalità tiroidea (FT3,FT4,TSH) che può essere estremamente variabile in base allo stadio della malattia (normale funzione tiroidea; ipotiroidismo subclinico; ipotiroidismo clinico; ipertiroidismo transitorio).
L’esame ecografico può essere d’aiuto nell’evidenziare un quadro di tipo infiammatorio, ipoecogeno e disomogeneo, mentre, l’agoaspirato può essere utile soprattutto nella valutazione di noduli e nella diagnosi differenziale di queste lesioni con le neoplasie della tiroide e i linfomi tiroidei.
In molti casi non è richiesto nessun trattamento perchè il gozzo è piccolo e il paziente è spesso asintomatico, con livelli di TSH nel range di norma.
Il trattamento sostitutivo con Levotiroxina (LT4) è obbligatorio quando: 1) viene riscontrato ipotiroidismo franco; 2) in caso di ipotiroidismo subclinico con TSH > 10 U/l ; 3) nelle donne che stanno per iniziare un gravidanza o nei bambini.
Il trattamento sostitutivo con LT4 è consigliato, invece, in soggetti con TSH di 4-10 U/l se hanno gozzo o disturbi clinici riferibili all’ipotiroidismo (astenia, obesità, dislipidemia), perchè è dimostrato il miglioramento di diversi parametri clinici (performance mentale, contrattilità cardiaca, assetto lipidico) in corso di terapia con LT4.
La terapia non e’ invece obbligatoria negli altri casi con TSH normale o TSH appena al di sopra della norma.
Sebbene si tratti di una patologia autoimmune, il trattamento steroideo è sconsigliato per via degli effetti collaterali e in quanto non associato ad un reale vantaggio terapeutico.
Il trattamento chirurgico, invece, va intrapreso quando i sintomi compressivi di un gozzo voluminoso permangono nonostante la terapia sostitutiva con LT4 o quando vi è il sospetto di neoplasia.
Bibliografia
Endocrinologia oggi : Massimiliano Andrioli : Tiroidite cronica autoimmune ( Hashimoto) Endocrineweb: Kresimira Milas: Hashimoto’s Thiroiditis Overview