Microbioma nasale modifica le nostre capacità olfattive
La composizione del microbioma nasale influisce notevolmente sul nostro olfatto modificandone le capacità, probabilmente attraverso la produzione più o meno marcata di composti altamente odorosi da parte di determinate specie batteriche.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato della Medical University of Graz pubblicato su Scientific Reports 2018. Kaisa Koskinen e coll. hanno voluto approfondire la correlazione tra le specie batteriche locali e le funzionalità olfattive di 67 volontari sani suddividendoli in 3 sottogruppi in base alle loro capacità di percepire, distinguere e riconoscere gli odori: i soggetti con normali funzionalità olfattive (normosmici), quelli con aumentate capacità olfattive, (buoni normosmici) e, infine, quelli dalle ridotte funzionalità (iposmici).
Il prelievo del microbiota nasale è stato eseguito con tamponi successivamente analizzati attraverso le più attuali e sofisticate tecniche. Complessivamente, la caratterizzazione del microbioma nasale ha permesso di identificare 27 phyla batterici nonostante il più abbondante sia risultato quello degli Actinobacteria (50%), seguito da Firmicutes (28%) e Proteobacteria (14%). Sono state confrontate le comunità batteriche dei rispettivi gruppi, in termini di composizione (alpha diversity) e abbondanza relativa (beta diversity).
I soggetti iposmici hanno registrato una più ampia diversità microbica rispetto ai normosmici. Per le sottocategorie delle funzionalità olfattive generali, ovvero percezione, distinzione e riconoscimento, la soglia percettiva e la distinzione hanno mostrato di essere influenzati da diversi gradi di alpha e beta diversity. La riduzione delle capacità olfattive è, con ogni probabilità, da imputare a determinate specie batteriche.
A supporto di ciò, Corynebacterium e Faecalibacterium sono risultati biomarcatori frequentemente espressi in situazioni di ridotta percezione e discriminazione dello stimolo odoroso. In soggetti con abilità nel distinguere gli odori, ma carenti nella percezione e identificazione, è stata invece riscontrata abbondanza di Comamonadaceae ed Enterobacteriaceae. Da ultimo, generi di Porphyromonas e Lachonospiraceae hanno mostrato correlazione con la riduzione di tutte e tre le sottocategorie funzionali. Considerando il ruolo del microbioma nello sviluppo dell’epitelio e dei recettori olfattivi, è ragionevole supporre che i recettori stessi, essendo esposti a segnali del microbioma dal carattere fortemente odoroso, ad esempio acidi grassi a catena corta tra i quali il butirrato, possano modificare di riflesso la loro sensibilità. Ulteriori ricerche sono quindi indispensabili al fine di verificare se l’elevata presenza di microorganismi producenti acido butirrico in soggetti iposmici sia il risultato o la causa delle loro ridotte funzionalità olfattive.
Modificato da Microbioma.it
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