HomeBlogCitomegalovirus: screening uditivo porta a diagnosi precoce

Citomegalovirus: screening uditivo porta a diagnosi precoce

Il programma di screening uditivo per il citomegalovirus (CMV) adottato nello Utah consente l’identificazione precoce delle infezioni congenite da CMV e della perdita d’udito congenita.

Secondo Marissa Lynn Diener dell’Università dello Utah, l’attuazione di questo protocollo ha avuto un impatto positivo non soltanto sui neonati con CMV congenito, ma anche negli altri, dato che tutti hanno avuto maggiori probabilità di ricevere una valutazione diagnostica tempestiva dell’udito, essenziale ai fini di un intervento precoce.

Neonato

L’infezione congenita da CMV rappresenta il principale fattore di rischio non genetico di perdita d’udito permanente nei bambini ma, tuttavia, viene diagnosticato di rado. I neonati con CMV congenito sono a rischio di deficit uditivi ritardati o ad insorgenza tardiva, e dovrebbero essere monitorati onde consentire l’identificazione precoce ed il trattamento protesico tempestivo a supporto dello sviluppo del linguaggio. Le infezioni congenite di CMV avvengono per trasmissione verticale da madre a feto. Il rischio di trasmissione al feto non sembra essere correlato al periodo gestazionale durante il quale viene contratta l’infezione ma si ipotizza però un maggior rischio di severità della malattia quando la trasmissione avviene nei primi tre mesi di gravidanza.

In Italia la prevalenza dell’infezione congenita è tra le più basse riportate in letteratura(varia tra lo 0,15% nei bambini nati da donne sopra i 24 anni e lo 0,51% in donne al di sotto di questa età),ma sarebbe opportuno che i sistemi sanitari considerassero programmi di informazione per aumentare la consapevolezza del CMV congenito e rendessero nota ai genitori la possibilità dello screening. La maggior parte dei genitori, infatti, non ha familiarità con il CMV congenito e la sua trasmissione. Alle donne in gravidanza dovrebbe essere consigliato di lavarsi le mani spesso con acqua calda e sapone prima di mangiare e di preparare e servire il cibo, specialmente dopo aver cambiato il pannolino ad un bambino o essersi asciugate il naso o la bocca, nonché di non condividere cibo, bevande o utensili con bambini piccoli

(Pediatrics online 2017 )

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