Due revisioni sistematiche pubblicate su Pediatrics on line (gennaio 2017) su migliaia di bambini hanno riscontrato che la comune procedura della tonsillectomia per tonsilliti ricorrenti
(7 o più episodi di faringite nell’anno precedente o più di 3 episodi/anno nei 3 anni precedenti) è in grado con certezza di ridurre i disordini della respirazione nel sonno di natura ostruttiva. Viceversa, la raccolta di dati affidabili a lungo termine sulla risoluzione spontanea delle infezioni ricorrenti risulta difficile, dato l’elevato grado di distorsione dei dati rilevati, nella maggior parte degli studi, inclusi quelli nella presente revisione, dopo 6 mesi
Per quanto riguarda le apnee notturne nell’infanzia infatti, cui sono spesso associati riduzione del quoziente intellettivo, ipersonnolenza, labilità emotiva, ansia e fluttuazioni dell’umore, minore durata dell’attenzione, bassa statura, enuresi, patologie cardiopolmonari ed assenze scolastiche, lo studio in esame ha riscontrato un miglioramento di 4,8 punti nel punteggio AHI ( apnea-ipopnea index ). Viene segnalato anche un 20% di complicanze legate all’intervento chirurgico.
(da ORECCHIO NASO GOLA modificato)
Si tratta di una differenza statisticamente significativa che potrebbe essere ancora più evidente a livello clinico nei bambini con disturbi lievi-moderati. Da anni ormai l’indicazione principale all’intervento di tonsillectomia nei bambini non è più quella delle infezioni ricorrenti, ma quella della ostruzione delle vie respiratore. In questo caso non vale la pena perdere tempo e l’intervento di Adenotonsillectomia va fatto il prima possibile! Attenti però alle complicanze che negli studi descritti sono esageratamente elevate rispetto alla esperienza personale.