Il Video, presentato al Congresso Mondiale di Otorinolaringoiatria a San Paolo del Brasile nel 2008, presenta il caso si un Carcinoma squamoso ipofaringo esofageo T4N0M0 in un uomo di 43 anni,
non fumatore e non bevitore. Lo studio TC evidenzia un coinvolgimento bilaterale dell’ipofaringe, dell’esofago cervicale e della parete tracheale posteriore.
L’intervento demolitivo programmato è stato ipofaringo-laringectomia totale allargata all’esofago cervicale unitamente allo svuotamento del collo bilaterale. Il primo tempo è stato lo svuotamento radicale modificato Tipo III, mantenuto in monoblocco con la laringe. Viene evidenziata la preservazione del nervo spinale, della vena giugulare, della arteria carotide e del nervo vago. Liberata la laringe e l’ipofaringe , dopo legatura dei peduncoli arterovenosi laringei, viene evidenziata l’estensione esofagea. Si programma la resezione esofagea a circa 2.5 cm di distanza dalla lesione macroscopicamente evidente. Il pezzo operatorio dimostra l’estensione della neoplasia. L’esame estemporaneo dei margini di resezione è risultato negativo.
L’equipe di chirurgica generale con tecnica laparoscopica procede all’allestimento dell’ansa digiunale per la ricostruzione dell’esofago cervicale. Per transilluminazione si visualizza la rete vascolare ed il peduncolo da utilizzare per le microanastomosi. Con bisturi armonico, sospeso temporaneamente il tratto intestinale digiunale alla parete addominale, si prepara l’ansa lunga circa 15 cm., preservando accuratamente il peduncolo artero venoso. Riconfezionamento della continuità anatomo-funzionale del tratto intestinale . Espianto dell’ansa recuperandola attraverso la parete intestinale in apposito sacchetto.
A questo punto vengono confezionate dall’equipe dei chirurghi ricostruttivi le microanastomosi fra i vasi riceventi dell’ansa e i vasi del collo, in questo caso arteria e vena tiroidea, verificando al termine il flusso .
Si procede infine alla sutura fra l’ansa e la mucosa ipofaringea in alto e la mucosa dell’esofago distale in basso, posizionando il sondino naso gastrico per l’alimentazione enterale postoperatoria.
Un esofagogramma con pasto baritato a 24 giorni dall’intervento evidenzia l’assenza di tramiti fistolosi e la pervietà e funzionalità della via digestiva ricostruita, confermata dall’esame endoscopico a 1 mese dalla chirurgia