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La Vaccinazione contro il Virus HPV: la vera prevenzione

La prevenzione dei tumori HPV associati può avvenire in due modi: la prevenzione delle infezioni attraverso la profilassi vaccinica anti HPV e l’interruzione della progressione di malattia mediante la diagnosi precoce ed il trattamento.

I vaccini anti HPV, somministrati prima dell’esposizione al virus, prevenendo le lesioni genitali precancerose (del collo dell’utero, della vulva e della vagina), di fatto riducono notevolmente la possibilità di sviluppo di neoplasia maligna. Inoltre, il vaccino quadrivalente, previene anche le lesioni condilomatose in entrambi sessi.

Esistono più di 130 tipi di virus HPV: i tipi 16 e 18 sono responsabili di oltre il 70% di tutti i tumori del collo dell’utero, il tipo 16 dei tumori dell’orofaringe e i tipi 6 e 11 causano oltre il 90% dei condilomi ano-genitali e pertanto i vaccini sono formulati contro questi ceppi.

Vaccino 2

Il vaccino anti HPV è composto dalle cosiddette proteine L1, cioè particelle simil-virali associate a sostanze adiuvanti, purificate e prodotte con la tecnica del DNA ricombinante, quindi non utilizzando il genoma (DNA) del virus; pertanto non vi è alcuna possibilità che il vaccino provochi l’infezione da HPV.

Dopo la somministrazione del vaccino, il sistema immunitario del soggetto inizia a produrre anticorpi contro queste proteine e quindi nel caso di un eventuale attacco da Papilloma virus, l’organismo riconosce immediatamente le cellule patogene impedendo al virus di arrecare danno.

Alla fine del 2010, 18 Paesi dell’Unione Europea hanno introdotto la vaccinazione HPV nel calendario vaccinale. In Italia il vaccino contro il papilloma virus umano non è obbligatorio, ma è comunque raccomandato dal Ministero della Salute. L’offerta gratuita del vaccino è prevista per le adolescenti che entrano nel 12º anno di età, ovvero di 11 anni compiuti. Occorre poi sottolineare come alcune Regioni offrano gratuitamente la vaccinazione anche a fasce più ampie della popolazione, al di sotto dei 26 anni.

Vaccino 3

In Italia fino a poco tempo fa sono stati disponibili due diversi vaccini contro l’infezione da HPV: uno che contiene i sierotipi 16 e 18 (bivalente) e viene somministrato solo alle femmine e uno contenente 4 sierotipi (tetravalente), che contiene oltre ai sierotipi 16 e 18, anche i sierotipi 6 e 11 e può essere somministrato a maschi e femmine.   Da quest’anno è disponibile  Il vaccino 9-valente (contro HPV 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58) testato in oltre sette studi che hanno coinvolto più di 15.000 persone in 30 Paesi ed è un’evoluzione dei due vaccini già disponibili fino ad oggi. Aggiunge sette sierotipi per quanto riguarda il vaccino bivalente e cinque sierotipi rispetto al vaccino quadrivalente. L’ampio spettro di copertura del vaccino 9-valente porterà potenzialmente una riduzione anche delle altre forme tumorali causate dal papillomavirus ed anche delle lesioni precancerose.

Il vaccino è preventivo, non ha alcuna efficacia terapeutica, e per poter essere efficace deve essere effettuato prima dell’esposizione al virus, preferibilmente prima dell’inizio dell’attività sessuale. Viene somministrato per via intramuscolare nella regione deltoidea del braccio (o nell’area anterolaterale superiore della coscia per il vaccino tetravalente) in numero di dosi diverso a seconda dell’età del soggetto e del vaccino usato .

Con il Piano vaccinale 2017-2019 la  vaccinazione contro l’Hpv, è stata inclusa nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza. Attualmente in Italia il vaccino è raccomandato per tutte le ragazze a partire dai 9 anni, fino ai 45 anni. Per il vaccino bivalente in soggetti di età compresa tra i 9 e 14 anni inclusi: 2 dosi  (prima dose al tempo 0 e la seconda dai 5 ai 7 mesi dopo prima dose);  per il vaccino quadrivalente in soggetti dai 9 ai 13 anni inclusi: 2 dosi (prima dose al tempo 0, seconda dose dopo 6 mesi dalla prima dose). Il vaccino quadrivalente può essere somministrato anche secondo una schedula a 3 dosi (0, 2, 6 mesi).

Nei maschi il vaccino è stato dimostrato essere efficace nella prevenzione del 90% dei condilomi genitali ed   è raccomandato a partire dai 9 anni fino a 21 anni . E’ particolarmente suggerito anche per alcuni gruppi a rischio che hanno già compiuto i 26 anni, quali soggetti con rapporti omosessuali o soggetti immunocompromessi ( HIV o   altre patologie o per assunzione di determinate classi di farmaci).

La protezione immunologica del vaccino supera, secondo studi recenti, gli 8 anni e pertanto non è attualmente evidente alcuna necessità di una dose di richiamo.

Il vaccino anti HPV può essere somministrato contemporaneamente ad altri vaccini.

Il vaccino HPV viene utilizzato in tutto il mondo da vari anni ed è risultato molto sicuro; gli eventi frequenti significativamente associati alla vaccinazione sono solo reazioni locali nella sede di iniezione (dolore, arrossamento, gonfiore e prurito), mentre il rischio che il vaccino provochi un danno grave è estremamente modesto.

Altri eventi avversi conseguenti la vaccinazione sono la febbre (più dello 0,1% dei casi per tetravalente e tra lo 0,01 e lo 0,1% dei casi per il bivalente), orticaria (tra lo 0,01 e lo 0,1 % dei casi per bivalente e tra lo 0,0001 e lo 0,001% dei casi per il tetravalente) e solo per il bivalente la cefalea (più dello 0,1% dei casi), nausea, vomito, diarrea o dolore addominale (tra lo 0.01 e lo 0,1% dei casi), dolore muscolare o articolare (circa lo 0,1% dei casi).

Non deve ricevere la vaccinazione anti HPV chiunque abbia avuto una reazione allergica importante a qualsiasi componente del vaccino HPV o ad una precedente dose di vaccino HPV. I dati a disposizione sono invece insufficienti per poter raccomandare la vaccinazione durante la gravidanza e pertanto in questi casi deve essere posticipata fino al termine della gravidanza.

I pazienti con malattie lievi (quali infezioni minori del tratto respiratorio superiore o lieve rialzo febbrile) possono in genere essere vaccinati con sicurezza. Se invece hanno malattie moderate o severe (come ad esempio stati febbrili gravi acuti) è opportuno attendere la guarigione prima di effettuare la vaccinazione.

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Prof. Maurizio G. Vigili

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