Traumi Cranio-Facciali: rivalutazione dell’efficacia del caschetto dei ciclisti. Le abitudini di come spostarsi sono drammaticamente cambiate negli ultimi 10 anni, con un aumento significativo del numero di persone che si muove in bicicletta.
Secondo i dati del US Census Bureau, il numero di persone che andavano a lavorare in bicicletta nel 2015 era intorno a 885.188, con un incremento del 60% negli ultimi 10 anni.
Insieme al numero dei ciclisti aumenta però anche il numero di incidenti correlati all’ andare in bicicletta in tutti i gruppi di età.
Nel tentativo di limitare i danni traumatici sul cranio e sul volto conseguenti agli incidenti in bicicletta, molti Stati hanno reso obbligatorio per legge il caschetto protettivo ed hanno promosso campagne in favore dell’uso del casco cui ha fatto seguito una consistente riduzione del numero di ciclisti.
E’ davvero così efficace il caschetto e soprattutto protegge nei confronti di tutti i potenziali tipi di traumatismi?
Confrontando la mortalità globale fra ciclisti con il casco e senza casco, la Letteratura universalmente dimostra che il caschetto abbia un maggiore effetto protettivo verso differenti modalità di trauma, incluso la collisione con veicoli a motore.
Il caschetto previene severi danni da trauma cranico e riduce la severità dell’emorragia cerebrale.
Secondo i dati del National Trauma Data Bank analysis, 6000 pazienti erano stati ammessi in Ospedale con trauma collegato all’uso della bicicletta nel 2012. Soltanto il 25% di essi era dotato del caschetto.
Tuttavia il caschetto non riduceva l’incidenza delle fratture mandibolari, mascellari, orbitarie e nasali che si attesta in questo studio intorno al 30% mentre il tasso di fratture facciali della porzione superiore del volto diminuiva del 35% fra gli utilizzatori del caschetto, significativamente minore risultava la riduzione di fratture delle regioni facciali intermedia (28%) ed inferiore (21%).
I caschetti sono testati per la loro capacità di mitigare i fattori principali che causano il trauma cranico maggiore, tuttavia il meccanismo di trauma correlato alla bicicletta è solitamente multifattoriale e deve tenere conto della alta velocità, delle condizioni del manto stradale, della perdita di equilibrio e di altri fattori.
La porzione mediana del volto rimane il sito di maggiore fragilità nell’impatto.
Lo zigomo è spesso il primo punto di collisione con conseguenti fratture facciali multiple e i medici coinvolti nella gestione dei traumi facciali da caduta in bicicletta devono tenere conto di questo dato ricercando le fratture della porzione inferiore e media del volto che rimane meno protetta rispetto alla porzione superiore del volto ed del cranio.
BIBLIOGRAFIA
Bellal Joseph, MD1; Kamil Hanna, MD1 Reassessing the Safety of Bicycle Helmets—Finding Vulnerability in Strength JAMA Otolaryngol Head Neck Surg. Published online February 14, 2019. doi:10.1001/jamaoto.2018.41