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Tracheotomia: timing e tecniche a confronto

Tracheotomia: timing e tecniche a confronto. Il video presenta la lezione Tracheotomia: Timing e tecniche a confronto, tenuta recentemente al Corso di Avanzamento Residenziale Evidence Based Medicine in Terapia Intensiva su invito dell’amico dott Cottini Fabrizio, Direttore della Terapia Intensiva dell’Ospedale San Carlo di Roma ed organizzatore del Corso.

La Tracheotomia, come noto, è una procedura chirurgica che crea una nuova apertura nella via respiratoria, il più delle volte per bypassare  un ostacolo che impedisce la respirazione.

Numerose possono essere le ragioni per dover effettuare una tracheotomia.

A parte le condizioni di emergenza quando la via respiratoria è bloccata, le condizioni più frequenti per pazienti in terapia intensiva riguardano:

a) la necessità di un supporto respiratorio o ventilatorio prolungato;

b) le apnee ostruttive severe del sonno;

c) insufficienza polmonare cronica;

d) anafilassi;

e) stato di coma prolungato;

f) infezioni.

I punti chiave della tecnica chirurgica, che è brevemente illustrata nel video, sono il posizionamento della cannula o tubo tracheale elettivamente tra secondo e terzo anello, preferenzialmente in sede sotto istmica tiroidea, effettuando l’incisione fra i due anelli senza tagliare la cartilagine tiroidea.

Il confronto con la tecnica percutanea, oggi divenuta prevalente nei Reparti di Terapia Intensiva, evidenzia come le complicanze perioperatorie siano maggiori e, specie nei primi tempi di applicazione della tecnica, più severe nella pecutanea.

Le complicanze postoperatorie lievi (sanguinamento peristomale ed infezioni postoperatorie) sono viceversa più comuni nelle tracheotomie chirurgiche (10% vs 7%).

L’expertise nella tracheotomia open non conferisce necessariamente una esperienza nell’esecuzione delle tracheostomie percutanee, anche se, in caso di necessità di convertire una forma percutanea in una open tradizionale, il chirurgo è avvantaggiato sull’anestesista autore della prima procedura.

Vengono elencate tutti i possibili rischi nella esecuzione della tracheotomia chirurgica, dai  più gravi (erosione della trachea, fistola con l’arteria brachiocefalica o con l’esofago) alle più comuni, quali sanguinamento peristomale, enfisema sottocutaneo, formazione di granulazioni, tracheiti etc.

Una particolare attenzione viene posta al rischio di stenosi tracheale, post tracheotomia la cui incidenza in letteratura oscilla fra 0.6% e 21% ed è più significativa per la percutanea.

Il tasso di stenosi da moderato a severo varia fra 6 e 26% ma la maggior parte di pazienti con stenosi moderato-severa sono in realtà asintomatici.

La parte finale della lezione riguarda la gestione della cannula che esige la conoscenza da parte del personale medico, infermieristico e dei care givers del paziente sia della nuova anatomia della via respiratoria creata, sia della composizione del kit della cannula tracheale, formato da cannula, controcannula ed introduttore.

Particolare attenzione va posta alla toilette quotidiana e periodica della cannula tracheale.

Il paziente portatore di cannula tracheale permanente, laringectomizzato e non, gestendo correttamente la tracheotomia, può parlare, mangiare senza difficoltà, dormire, svolgere attività fisico sportiva pressoché completa salvo il nuoto e provvedere alla igiene personale.

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

Tracheotomia precoce nei pazienti con insufficienza respiratoria

La Tracheotomia

La Tracheotomia: key points tecnica chirurgica

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