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Cisti Mediane del Collo

Cisti Mediane del Collo – Cisti del dotto tireoglosso

Rappresenta la più frequente delle masse cervicali dopo la le adenopatie benigne ed è dovuta al mancato riassorbimento embriologico del dotto tireoglosso. Possono essere situate lungo il decorso del dotto, in sede anteriore, mediana o paramediana, generalmente fissate allo scheletro laringeo con il quale risalgono nei movimenti di deglutizione. Anche se possono manifestarsi più frequentemente nell’infanzia, la loro comparsa avviene a qualunque età. Le dimensioni sono estremamente variabili e dipendono dall’entità della componente infiammatoria presente. Ci possono essere orifizi fistolosi cutanei solo dopo sovrainfezione e drenaggio spontaneo.

Il sospetto diagnostico deriva dall’esame clinico palpatorio del collo e dalla sede paramediana e sopra l’istmo tiroideo. La definizione spaziale della lesione e la necessità di accertarsi della presenza della ghiandola tiroidea in sede (rischio di asportare una cisti che risulti in realtà l’unico tessuto tiroideo ectopico) deve essere confermato da studio ecografico.

L’intervento di asportazione va programmato quando vi siano stati episodi infettivi, aspettando almeno 1 mese dall’ultimo episodio flogistico e deve comportare un’exeresi completa della cisti e del dotto che origina dalla base linguale ed è intimamente legato al corpo dell’osso ioide.

L’incisione cutanea, di pochi centimetri, viene fatta orizzontale in una plica cutanea in corrispondenza della cisti, non lontano dall’osso ioide. La dissezione deve essere attenta per non ledere la capsula della cisti. Raggiunta la linea alba che separa i muscoli sottoioidei ed incisa in corrispondenza della cartilagine cricoide si seziona la piramide di Lalouette all’istmo della tiroide. Arrivati all’incisura della cartilagine tiroidea dal basso verso l’alto, si libera quindi il bordo inferiore del corpo dell’osso ioide, disseccando poi il tessuto adiposo sopraioideo fino a mettere in evidenza il muscolo miloioideo. Si procede a questo punto a sezionare, con l’aiuto di forbici robuste, l’osso ioide, dal basso verso l’alto in corrispondenza delle piccole corna. In continuità con la cisti, spostando il corpo dell’osso ioide sezionato verso l’alto, si completa lo svuotamento della loggia tiroioepiglottica, disseccando attentamente il tessuto muscolare intorno al dotto   fino in prossimità del forame cieco in base lingua. Asportata cisti e dotto in monoblocco si procede alla ricostruzione per piani, posizionando un piccolo drenaggio ed effettuando una sutura estetica intradermica.

 

 

 

 

  

Questa tecnica di exeresi, descritta da Sistrunk fin dagli anni 20’ e basata sulle conoscenze del tragitto embriologico del dotto, e da applicare sempre qualunque sia la forma, consistenza e dimensione della cisti, è l’unica che consenta di evitare le recidive.

 

Bibliografia
L.Vazel et al Fistole e cisti congenite del collo. EMC 20-860-A-10, Elsevier Masson, 2006.
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Prof. Maurizio G. Vigili

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